domenica 15 dicembre 2013

Dal mondo dei villaggi turistici il romanzo d'esordio di Daniela Piras

Si è svolta il 13 dicembre a Tissi, nella biblioteca comunale Antonio Ruju, la presentazione del romanzo dell’autrice Daniela Piras, “Village”, che ha scelto come tappa di partenza delle sue presentazioni proprio il suo paese natale. Scelta che si è dimostrata riuscita vista la grande partecipazione sia dei tissesi, sia dei curiosi che, spinti anche dalla pubblicità intorno al libro, hanno deciso di assistere all’incontro.

Un romanzo, “Village”, piuttosto singolare e variegato che descrive uno spaccato di quello che rappresentano i villaggi turistici sia come strutture, sia come vere e proprie città a parte.

Una interessante discussione è nata tra le letture, le domande e i vari interventi di un pubblico partecipe. Difficile, del resto, restare indifferenti a temi importanti e di grande attualità come, ad esempio,  la scelta di modelli turistici non sempre compatibili con il territorio e gli scempi ambientali creati ad hoc per fini utilitaristici.

“Village”, però, non è solo un libro di coraggiosa denuncia sociale ma anche un contenitore di divertenti aneddoti che hanno per protagonisti svampiti turisti che fanno dei luoghi comuni sui sardi un vero dogma.

Incontro che ha offerto tanti spunti di riflessione “fuori stagione” e che avrà a breve altre repliche in altre zone della Sardegna.

Il libro è acquistabile dal sito www.ilmiolibro.it e a breve sarà disponibile nelle librerie La Feltrinelli. È inoltre possibile contattare l’autrice tramite il suo blog: http://daniela-piras.blogspot.com

Assòtziu Zirichiltaggia


A conclusione della nostra partecipazione al processo di costruzione del Fronte

Foto: Ghilarza, Assemblea Generale, 8 settembre 2013
Pubblichiamo oggi 15/12/2013 il documento datato 2 dicembre 2013 riguardante le motivazioni della nostra fuoriuscita dal Fronte Indipendentista Unidu:

Tra i primi sostenitori del percorso di costituzione del Fronte Indipendentista Unidu, l’Assòtziu politicu-culturale Zirichiltaggia prende oggi atto, in base alle decisioni adottate dall’Assemblea Nazionale dei Delegati circa la modalità di scelta del candidato governatore e il suo esito predeterminato, che sono sfumati i presupposti politici essenziali per i quali i suoi attivisti hanno dato la loro adesione:

1. l’apertura di un percorso di collaborazione e di convergenza che non si esaurisse all’indomani del voto ma che favorisse la nascita di uno spazio di condivisione paritario fra le varie componenti indipendentiste in funzione di un processo di unificazione del movimento nazionale sardo;
2. la realizzazione di una alternativa elettorale ai partiti italiani che richiamasse l’unità degli indipendentisti attorno alle lotte e ai valori che li accomunano e li contraddistinguono;
3. il coinvolgimento diretto nell’ambito del dibattito politico e del percorso di costruzione del Fronte della base indipendentista in un ottica di confronto paritario e democratico;
4. la realizzazione di un progetto elettorale in cui prima si desse spazio ai contenuti e al programma e poi ai candidati.

È per noi evidente come nessuno di questi punti sia stato perseguito fino in fondo:

1. il Fronte Indipendentista Unidu si configura essere sempre più un progetto a soli fini elettoralistici poiché non ha fin’ora creato i presupposti di trasparenza e collegialità necessari affinché le varie componenti indipendentiste (organizzazioni e singoli) possano aderirvi e attribuendo nella sostanza all’assemblea nazionale dei delegati le funzioni tipiche di una direzione partitica;
2. la scelta di un dirigente nazionale di a Manca pro s’indipendentzia come candidato governatore compromette di fatto l’intero percorso di costruzione di un Fronte indipendentista unitario, creando una evidente sovrapposizione del partito rispetto al progetto stesso;
3. l’accentramento di tutto il potere decisionale nelle mani dell'assemblea dei delegati ha portato inevitabilmente ad uno scollamento con la base e i territori, all’esclusione da gran parte del dibattito politico del resto degli aderenti al Fronte, i quali non hanno potuto partecipare in maniera attiva alle principali fasi decisionali che hanno portato alla scelta del candidato governatore;
4. ad oggi non è stato diffuso tra agli aderenti il programma politico attorno al quale sarebbe dovuta avvenire, in maniera collegiale, democratica e inclusiva (vista la natura del progetto) la scelta del candidato governatore e la composizione delle liste del Fronte.

Foto: Cagliari, Conferenza Stampa, 5 ottobre 2013 
Rimarchiamo come la poca volontà di misurarsi con l’esigenza di coinvolgimento della base nelle decisioni da prendere abbia finito per incidere profondamente sui rapporti interni al Fronte. A nulla è servito il tentativo di mediazione posto in essere con la presentazione di una mozione con la quale si chiedeva espressamente di rimettere nelle mani dell’assemblea generale, ossia di tutti gli aderenti al Fronte, la possibilità di scelta del candidato presidente. A nulla è servito il richiamo al senso di responsabilità verso il percorso intrapreso e l’invito a individuare il candidato governatore tra chi non ricoprisse nessun ruolo di responsabilità all’interno di una qualsiasi organizzazione (associazione, movimento o partito politico); tra chi avesse tutte le qualità per rappresentare una reale sintesi delle varie esperienze e sensibilità indipendentiste, garantendone la coesione e pertanto l’avvicinamento al Fronte.

Prediamo atto del fatto che i tempi non sono ancora maturi per la costituzione di un fronte indipendentista capace di rispondere alla necessità di inclusione della base nelle fasi decisionali, progetto che richiede in primo luogo affidabilità e coerenza soprattutto da chi per primo si è fatto interprete del bisogno di dialogo, di confronto e di democrazia. Per tutte queste ragioni non possiamo che ritirare la nostra adesione al Fronte.

Da parte nostra vanno in ogni caso i più sinceri auguri di buon lavoro al candidato del Fronte votato in data 24.11.13, il cui nome sarà reso pubblico nei prossimi giorni. L’auspicio è che sappia interpretare al meglio il programma politico alle cui linee generali e alla stesura di una prima bozza abbiamo dato il nostro contributo in termini di idee e proposte e per la realizzazione del quale riconosciamo esserci stato un coinvolgimento dei territori.

Il nostro sostengo, anche senza un coinvolgimento diretto, andrà a chi con coerenza si muoverà al di la della linea di demarcazione che separa l’indipendentismo dall’opportunismo e dalla svendita delle nostre lotte, a chi manterrà l’equidistanza dai partiti italiani e dai diretti responsabili dello sfacelo politico, economico e sociale in cui versa la Nazione Sarda per costruire con coerenza un futuro dignitoso e in grado di spezzare le catene della subalternità culturale e politica del nostro popolo.

Tissi 02/12/2013
Assòtziu Zirichiltaggia



mercoledì 13 novembre 2013

Assemblea Generale Indipendentista

ASSEMBLEA GENERALE INDIPENDENTISTA 

Sabato 16 novembre - ore 15.30 

Presentazione della prima bozza di Programma del
Fronte Indipendentista Unidu
e nomina dei Candidati a Governatore della Sardegna

Provincia Cagliari: Selargius, Sala Pro Loco, via Bezzecca 46 
Provincia Olbia-Tempio: Tempio, piazza Mercato 1, ufficio turistico del Comune 
Provincia Sassari: Sassari, dopolavoro ferroviario, piazza Stazione 
Provincia Nuoro: Siniscola, "Su Recreu" di Davide Secchi,
Località “Sas Piddas”, strada provinciale 24,
prima uscita s.s. 131 DCN venendo da Nuoro 
Provincia Oristano: Fordongianus, Aula consiliare comunale, via F. Coco 
Provincia Ogliastra: Girasole, Biblioteca Comunale, via Garibaldi 5 
Provincia Sulcis: Carbonia, corso Iglesias 18
Sabato 16 novembre - ore 15.30

Per info: 
Pier Franco Devias - telefono 3209266945 - mail: predufrantziscu@yahoo.it
Fabio Cocco - telefono 3296714453 - mail: fabiococco@kentales.com
Ines Caria - telefono 3288740729 - mail: inescaria@tiscali.it



lunedì 11 novembre 2013

La Maddalena: parte dal territorio la campagna elettorale del Fronte Indipendentista Unidu

di Giovanni Fara

Il Fronte Indipendentista Unidu ha scelto di cominciare la sua campagna elettorale dall’isola de La Maddalena, di fronte all’Hotel Porto Arsenale, luogo simbolo della devastazione ambientale perpetrata da decenni ai danni della Sardegna. Abbiamo deciso di partire da qui per denunciare lo sperpero dei denari dei sardi attuato da una classe politica che ha dato prova di non volersi minimamente curare del benessere e degli interessi del territorio. Abbiamo deciso di cominciare dai problemi che ci riguardano più da vicino: quello dell'occupazione militare, delle mancate bonifiche, della strafottenza di una classe politica moralmente indegna e non adeguata a rappresentare gli interessi dei Sardi. La vicinanza al territorio e il confronto diretto con le persone e i loro problemi sarà ciò che caratterizzerà tutta campagna elettorale del Fronte Indipendentista.
Quella di ieri è stata l’occasione per esprimere tutta la nostra indignazione per i termini dell’accordo siglati tra lo Stato Italiano, la Regione e il Comune de La Maddalena del 29 ottobre. Consideriamo sconcertante che il governatore Cappellacci dopo 4 anni di totale disinteresse sul problema delle mancate bonifiche gridi vittoria per aver siglato un accordo che prevede che la Regione debba spenda ben 5.400mila euro. È sconcertante vedere come il governatore Cappellacci usi toni trionfalistici e provi a farsi la campagna elettorale sulle spalle dei sardi. Abbiamo voluto denunciare il silenzio complice della Regione in una vicenda di appalti truccati a danno dell’arcipelago maddalenino. Abbiamo voluto denunciare una volta ancora il rifiuto della Regione di costituirsi parte civile per le mancate bonifiche del G8. Abbiamo voluto denunciare il silenzio del governatore Cappellacci per il mancato versamento nelle casse della Regione dei 31milioni di euro che la Mita Resort del Gruppo di Emma Marcegaglia avrebbe dovuto versare dopo essersi aggiudicata l’appalto per la riqualificazione turistica dell’hotel porto arsenale. Riteniamo sconcertante la totale mancanza di senso di responsabilità della classe politica sarda che, dopo aver procurato un danno di immagine e un danno economico non solo all’isola de La Maddalena ma a tutta la Sardegna, ora gioca a scarica barile mettendo nelle mani dell’amministrazione comunale l’attuazione delle bonifiche incompiute che dovrebbero essere realizzate in 30 mesi. Sappiamo che non saranno sufficienti gli undicimilioni di euro che lo stato dovrà spendere a metà con la Regione Sardegna per portare a termine la bonifica su un area che si estende per oltre 20mila metri quadri marini e riteniamo a maggior ragione che, l’accordo siglato, si rivelerà essere l’ennesima beffa ai danni del popolo sardo.
Il Fronte sarà in ogni caso vigile e presente, anche dopo le elezioni e per tutto il tempo che sarà necessario affinché le bonifiche vengano realmente portate a termine. Chiameremo sempre in causa chi ha attuato e di chi ha reso possibile il disastro ecologico dell’arcipelago maddalenino. Vigileremo affinché non si giochi più con il futuro di questo territorio e del suo sviluppo. Non ci siamo dimenticati delle cinquemila tonnellate di rifiuti speciali tra cui amianto, idrocarburi, metalli pesanti e perfino materiale radioattivo che sono stati sparsi in mezza Sardegna, dalla discarica de "s'ispiritu santu" di Olbia alle migliaia di metri di profondità della miniera di Canaglia nella Nurra. Non ci siamo dimenticati delle responsabilità della cricca del G8, di quelle della protezione civile e di Bertolaso. Non ci siamo dimenticati delle responsabilità della capitaneria di porto di Porto Torres, del sindaco di Porto Torres e di quello di Sassari nei cui territori e sulle cui strade sono transitati, nel silenzio di tutti, questo genere di materiali pericolosi e incompatibili con la vita dell’uomo e dell’ambiente.
Per risolvere questa politica fallimentare il Fronte ha individuato delle soluzioni che saranno presenti nel suo programma, tra cui:
1) una legge che preveda in caso di bonifica di un territorio, il diritto di prelazione per le imprese specializzate nelle bonifiche con sede legale in Sardegna da almeno tre anni;
2) il varo di una legge che renda obbligatorio che la RAS si costituisca parte civile in caso di disastro ambientale;
3) Obbligo per le ditte che vogliono installare nuovi impianti industriali impattanti, di versare alla Regione una cauzione pari la costo dello smantellamento degli impianti stessi e della bonifica del territorio.
Il Fronte si batterà affinché questo territorio ricco di bellezze e di risorse naturali possa essere riqualificato e valorizzato, perché siamo stanchi di sentirci dire che la Sardegna è una terra povera e che quindi non esiste altro modello di sviluppo se non quello dato dall’occupazione militare, dalla svendita del territorio e da modelli economici che nulla hanno a che fare con la naturale vocazione del nostro habitat. La povertà è solo nella testa di chi fin’ora ci ha governato, di chi non è stato capace di mettere in piedi un solo valido  progetto di sviluppo, di prosperità economica e di tutela ambientale.
Abbiamo aperto la nostra campagna elettorale a la Maddalena per disegnare un futuro diverso per uno degli angoli più belli e suggestivi della nostra Isola e per l’intera Sardegna. Riparte da qui, riparte dal Fonte Indipendentista Unidu, la lotta per l’emancipazione e l’indipendenza del nostro Paese.



venerdì 8 novembre 2013

Apertura della campagna elettorale del Fronte

A tutti gli organi di stampa:
Domenica 10 novembre il Fronte Indipendentista Unidu inizierà la sua campagna elettorale intervenendo sul problema delle mancate bonifiche del G8 sull’Isola de La Maddalena.
Denunceremo lo spreco di denaro dei sardi, l’occupazione e l’abbandono del territorio da parte dello Stato Italiano con la complicità di una classe politica sarda inadeguata e completamente incapace di difendere gli interessi della Nazione Sarda.
Sarà l’occasione per esporre i punti che presenteremo nel nostro programma elettorale per la salvaguardia del benessere della collettività, la riqualificazione delle aree di bonifica e l’ottenimento del risarcimento dei danni arrecati con l’occupazione coloniale e la militarizzazione del territorio.
L’appuntamento è fissato alle h. 11.30 davanti all’ingresso dell’Hotel Porto Arsenale de La Maddalena

Per informazioni contattare i seguenti numeri:
Pier Franco Devias tel. 320.9266945; Fabio Cocco tel. 329.6714453
Ines Caria tel. 328.8740729; Giovanni Fara tel. 328.1358752


INGHITZU DE SA CAMPAGNA ELETORALE DE SU FRONTE

A totu is òrganos de informatzione: Domìnigu su 10 de onniasantu su Fronte Indipendentista Unidu at a incumentzare sa campagna eletorale sua, intervenende a pìgiu de su problema de is bonìficas de su G8 chi no ant fatu in s’Isula de Sa Maddalena. Amus a denuntziare su dinari pèrdidu de is sardos, s'ocupatzione e su disamparu de su territòriu chi at postu in òpera s'istadu italianu, essende de acòrdiu cun una classe polìtica sarda chi no est bona a difèndere is interessos de sa Natzione Sarda. In cussa ocasione amus a presentare is propostas de su programma eletorale nostru pro s'amparu e su benèssere de sa colletividade, sa sanadura de is giassos chi bolent bonificados e sa rifata pro is dannos chi nos ant portadu s'ocupatzione coloniale e sa militarizatzione de su territòriu. S'addòbiu est a is h. 11.30 de mangianu, cara a s'intrada de s’Hotel in su Portu Arsenale de Sa Maddalena.



martedì 5 novembre 2013

Ad un mese dal convegno delle gioventù indipendentiste: le basi per una lotta permanente.

Di Andrìa Pili 

Lo scorso 27 settembre, nell'ateneo cagliaritano, si è tenuto il convegno delle gioventù indipendentiste europee, organizzato dal comitato studentesco SCIDA 2013, sotto il tema della "Storia del sindacalismo indipendentista universitario nel contesto europeo." A questo hanno preso parte la Ghjuventù Indipendentista (Corsica) e lo Sinn Fein-Republican Youth (Eire). Il carattere storico dell'evento è stato senz'altro importante, non solo perché è stata la prima volta in cui un simile evento si è tenuto nella nostra nazione, ma anche perché ci ha consentito di conoscere le vicende dei movimenti ospiti, quanto la storia delle aggregazioni studentesche nelle nostre isole. Ma non si è trattato soltanto di una mera celebrazione di ricordi del passato; si è constatata la persistenza della repressione politica in tutte le terre oppresse dagli Stati europei, specialmente a danno del gruppo corso nostro ospite, il quale ha pagato duramente la sua rinascita – come movimento studentesco eminentemente politico, rispetto ai propri colleghi nazionalisti – con le intimidazioni da parte delle forze dell'ordine francesi (citazioni, arresti, galera). Particolare emozione vi è stata con il racconto delle vicende del giovane patriota della GI Nicolaju Battini, di 20 anni, il quale si trova nel carcere di Parigi in attesa di giudizio, il quale – probabilmente – arriverà non prima dei prossimi tre anni. Spazio importante dell'incontro ha avuto anche la dimensione temporale presente, il quale ha evidenziato le analogie tra le condizioni dei nostri paesi. Ad esempio, Corsica e Sardegna si ritrovano svantaggiate nei trasporti da e per l'isola, quanto in un sistema scolastico del tutto basato sulle linee guida centrali (il rappresentante corso Santoni ha parlato degli istituti agrari corsi, nei quali lo studio è basato sul sistema agricolo francese).

Ritengo che la tematica più importante, fra quelle trattate, sia quella relativa al futuro dei nostri paesi, delle nostre organizzazioni, della nostra collaborazione. La relazione di SCIDA 2013 ha evidenziato – seguendo un filo logico che ha caratterizzato, finora, tutta la sua elaborazione – l'esistenza di una politica europea a due dimensioni: una statale ed una popolare-nazionale, cui si riferiscono il fenomeno dei “diritti”, della “Pace” e della “stabilità” europea contrapposto alla Realtà di un'Europa in preda a conflitti tra istituzioni politiche in lotta fra loro (come evidenziato dalla recente crisi economica europea) e a sua volta unite dalla repressione, da una vera e propria guerra, contro le nazioni in lotta per la propria emancipazione. Tale conflitto – per quanto ci si sforzi di nasconderlo – esiste e può vincere anche contro l'Europa degli Stati, usando gli stessi strumenti offerti da essa (come dimostra l'eroica lotta della patriota basca Ines del Rio, per il riconoscimento dei suoi diritti umani e quelli degli altri prigionieri politici baschi sotto lo Stato spagnolo) può essere sanato soltanto con l'indipendenza di tutte le nazioni, e quindi con la fine del modello dello Stato-Nazione occidentale. Modello su cui questa Europa politica ed economica si basa, esprimendosi particolarmente contro i paesi privi di uno spazio politico sovrano; per noi giovani, si è manifestata attraverso il Processo di Bologna (politica europeista dell'educazione superiore volta alla perifericizzazione degli atenei, al fine di creare dei centri di eccellenza a scapito di nazioni come la nostra, il cui diritto allo studio è ostacolato e compromesso) e la flessibilità del lavoro. Tutte politiche dettate, chiaramente, dall'ideologia neoliberale, volta a fondare una società governata interamente dal Mercato e, in particolare, dal progetto europeista della creazione di un grande polo capitalista continentale, che possa competere con gli altri attualmente esistenti nel globo. Perciò si punta alla mercificazione del lavoro quanto dell'educazione, attraverso il precariato quanto la costruzione di un sistema educativo del tutto prono agli interessi del mercato, cui noi studenti sardi abbiamo dovere di opporci per coerenza anticolonialista.

Che posizione devono assumere le gioventù indipendentiste europee di fronte a questa Europa? La posizione di SCIDA 2013 è stata molto chiara: non possiamo accettare l'attuale orientamento politico-sociale-economico dell'Unione Europea attuale; allo stesso tempo, dobbiamo marcare con decisione le distanze da un crescente antieuropeismo di stampo sciovinista, il quale non va verso l'emancipazione bensì vorrebbe la restaurazione della piena sovranità degli Stati che ci opprimono. Al fine di evitare la nuova ascesa dei nazionalismi di Stato (pericolo reale, continuamente mostratoci da fenomeni quali il crescente consenso verso i partiti di estrema destra – vedi Francia, Grecia, l'indubbia crescita di CasaPound – quanto verso politiche di stampo razzista) occorre pensare ad un'altra forma di federalismo europeo, purché basato sull'autodeterminazione dei popoli e sulla parità fra essi. La lotta contro questa Europa non può che vedere protagonisti noi giovani, noi indipendentisti. Per questo è necessaria la creazione di una rete fra le gioventù indipendentiste europee, sui 6 punti che SCIDA ha proposto: contro l'Europa degli Stati; contro il Processo di Bologna; contro le politiche lesive dei giovani lavoratori; per una collaborazione culturale; per una condivisione di mezzi di comunicazione (specie radio e web); per una comunione di buone pratiche di lotta politica e di rappresentanza studentesca. Ghjuventù Indipendentista e Sinn Fein Republican Youth hanno riconosciuto l'importanza di tale ambizioso progetto, quanto l'importanza di costruire nuovi rapporti federalistici, guardando non solo all'Europa ma anche al Mediterraneo (dimensione geopolitica più congeniale a Corsica e Sardegna) quanto l'esigenza di costruire una scuola che crei individui liberi ed eguali. Ci auguriamo che tale progetto possa lavorare e dare i suoi frutti. Infatti,  considerando il declino generale della politica di sistema, escludente ogni progetto di tipo emancipativo e volta all'appiattimento delle differenze, la nostra collaborazione internazionale acquisterebbe un senso molto più ampio dei confini delle medesime nazioni. Non solo perché non sarà possibile alcuna liberazione umana, alcuna autentica unione federalista tra i popoli del mondo, fino a quando sussisteranno rapporti di dominazione; ma anche perché nella tanto decantata – in Europa – fine delle ideologie, entro un'uguaglianza di fatto tra i principali poli parlamentari degli Stati, soltanto noi indipendentisti di tutta Europa possiamo – con pieno diritto – sollevare la bandiera della Libertà per tutti.


venerdì 11 ottobre 2013

Assemblee provinciali per il Fronte Unidu Indipendentista

Domenica prossima (13 ottobre) si svolgeranno in tutta l’isola le assemblee provinciali per costruire insieme ai cittadini e ai lavoratori sardi un programma cucito sulle esigenze e sui bisogni del nostro popolo. 

Per la prima volta il programma e le persone delegate a rappresentarlo saranno scelti dalla base e tutti avranno voce in capitolo per fare proposte, eleggere ed essere eletti. 

È uno spartiacque nella vita politica della nostra terra: dopa anni di proteste e di lamentele abbiamo la possibilità di poter decidere e proporre, di poter contare su un piano di pieno rispetto e di parità con tutti gli altri attori del cambiamento. 

È fondamentale che tutti facciano la loro parte, per questo vi chiediamo di portare il vostro contributo di analisi, di proposte e di forze sane alle assemblee provinciali del 13 ottobre. 

Non presentarsi, non dire la propria, non avanzare le vostre proposte in questa sede significa perdere forse l’unica occasione per poter decidere in prima persona e trasformare in realtà le speranze, le lotte e i progetti a cui avete dato corpo in tutti questi anni. 

Scegliete il comune più vicino a voi e partecipate con noi a questo straordinario processo di cambiamento basato sulla democrazia: 

- Provìncia Casteddu: Assemini, via Principe di Piemonte n. 14, h 17.30 
 - Provìncia Aristanis: Bauladu, Sala San Lorenzo (Sede consulta giovanile), via San Lorenzo, h. 17.30 
- Provìncia Sulcis: Carbonia, saletta in via Madeddu (vicinanze campi di calcio), h. 17.30   
- Provìncia Tempiu-Terranoa: Tempiu, piazza Mercato n. 1, Ufficio Turistico del Comune, h. 17.30 
- Provìncia Tàtari: Ittiri, Circolo Su Connottu, c.so Vittorio Emanuele n. 196, h. 17.30 
- Provìncia Nùgoro: Nùgoro, via Aurelio Saffi n. 12, h. 17.30 
- Provìncia Ogiàstra: Lanusè, Punto di ristoro Bosco Selene, h. 10.00

ASSEMBLEA PERMANENTE PER IL FRONTE UNITO INDIPENDENTISTA


lunedì 7 ottobre 2013

Fotonotizia: Conferenza Stampa Collettiva per il F.U.I.

«Stiamo portando avanti un processo inclusivo e paritario. Non ci sono posizioni calate dall'alto, ma ci vogliamo confrontare con gli input che giungono dai territori.»
Giovanni Fara

«A Ghilarza sono arrivate duecentocinquanta persone dalla Sardegna per confrontarsi e discutere dalle 10 alle 15 e arrivare all'approvazione di un documento unitario. Abbiamo aperto la possibilità di avviare una democratizzazione di cui l'indipendentismo aveva bisogno.»
Cristiano Sabino
 

Foto: Daniela Piras


giovedì 3 ottobre 2013

Conferenza Stampa Collettiva per il Fronte Unidu Indipendentista

Trasmettiamo la convocazione della Conferenza Stampa Collettiva per la presentazione del progetto “Fronte Unidu Indipendentista” e del metodo per la definizione del Programma e per l’elezione dei delegati.
Tàtari 03/10/2013
Assòtziu politicu-culturale Zirichiltaggia 

Alla cortese attenzione degli organi di stampa,
Oggetto: Presentazione del progetto “Fronte Unidu Indipendentista”
e metodo per la definizione del Programma e per l’elezione dei delegati.
CAGLIARI Sabato 5 ottobre, ore 11:00
Cral CTM, Viale Ciusa 56 Cagliari.
Nasce l'indipendentismo democratico.
Verrà esposto il progetto del Fronte Unidu Indipendentista e verranno presentate le modalità con cui sarà definito il PROGRAMMA ed eletti i delegati all’Assemblea Nazionale.
Alla conferenza stampa interverranno diversi aderenti al Fronte.
Sarà una conferenza stampa collettiva rappresentativa della pluralità di voci raccolte dal “Fronte”, chiunque sostiene il progetto è invitato a partecipare.


sabato 14 settembre 2013

Considerazioni sull’Assemblea Generale Indipendentista di Ghilarza del 08/09/2013

Siamo certi che con l’esperienza dell’Assemblea svoltasi a Ghilarza domenica 8 settembre 2013 si sia aperta una nuova fase politica attraverso una modalità di dibattito che raramente si è vista prima nell’ambito del confronto interno al movimento indipendentista. La possibilità di prendere parte in maniera paritaria alla costruzione di un progetto politico frutto degli entusiasmi e del contributo di tutti è stato reso possibile anche grazie alla capacità organizzativa di aMpI che ha presieduto l’incontro rendendo davvero tutti protagonisti del dibattito che si è concluso con la votazione di due documenti approvati a larghissima maggioranza attraverso i quali si è deciso di dare vita ad un fronte indipendentista per le elezioni del 2014 come passaggio fondamentale per la realizzazione di un progetto di liberazione nazionale e sociale della nostra terra organizzando nei territori, in maniera democratica e partecipativa, dei comitati provinciali per realizzare tutti assieme un programma pensato per i bisogni reali del popolo sardo. 
 
L’Associazione Zirichiltaggia ha preso parte all’incontro sulla base di una riflessione che da sempre ci spinge ad operare per stimolare e favorire una collaborazione fra le diverse anime dell’indipendentismo. Pensiamo che quella di domenica sia stata una tappa importante di un lungo e difficile percorso di unificazione del movimento nazionale sardo, di un percorso di unificazione del movimento indipendentista sardo. Crediamo sia possibile dar vita ad una reale alternativa politica ed elettorale ai partiti italiani e allo stesso tempo favorire la nascita di uno spazio importante di condivisione politica e di lotta comune dove ognuno possa dare il proprio contributo di idee in maniera davvero egualitaria e partecipata.
 
Fino ad oggi il confronto fra indipendentisti è stato reso difficile dai rapporti fra le varie dirigenze che non sono mai riuscite a trovare una linea di condotta comune. Lontano da noi in questo momento il desiderio di attribuire responsabilità politiche o quello di puntare il dito contro qualcuno in particolare, ci interessa piuttosto che si creino finalmente e in maniera concreta le condizioni affinché dalla necessità di dialogo, di dibattito e di confronto ormai avvertita a tutti i livelli nell’indipendentismo sardo, scaturiscano delle proposte politiche che abbiano un lungo corso, che sappiano guardare anche ad una fase successiva a quella delle elezioni del 2014. Questo è quello che ci aspettiamo succeda anche grazie all’input venuto fuori a conclusione dei lavori dell’Assemblea di Ghilarza.
 
Queste considerazioni ci spingono chiaramente verso un ragionamento più complesso rispetto alla prossima scadenza elettorale: pensiamo non sia più sufficiente sperare di entrare all’interno del Consiglio Regionale senza avere il peso politico necessario per influire attivamente sulle decisioni politiche che riguardano questa terra. Gli indipendentisti devono poter entrare in Regione come forza in grado di spostare gli equilibri di potere, come forza capace di incidere fortemente sulle decisioni che riguardano il nostro futuro ma non possiamo sperare di farlo attraverso giochi di potere, inciuci dell’ultima ora e alleanze furbe con i partiti italiani. L’indipendenza è una cosa seria; non esistono scorciatoie e non esistono vie di mezzo: o si sta dalla parte dei sardi e della Sardegna o si sta dalla parte dello Stato Italiano e delle sue politiche coloniali.
 
Per questa ragione riteniamo giusto escludere una qualsiasi forma di collaborazione o di alleanza con i partiti italiani da parte del fronte indipendentista di cui si sono gettate le basi a Ghilarza. Non ci si può alleare con chi non riconosce il concetto di Nazione Sarda e di conseguenza il nostro diritto all’autodeterminazione e all’indipendenza; progetto che non lascia spazio a troppe interpretazioni, il cui significato si può sintetizzare nel pieno riconoscimento della soggettività politica della Nazione Sarda in campo internazionale, pieno diritto di formare un proprio Stato, una propria Repubblica libera da condizionamenti esterni, sia sotto il profilo socio-culturale che su quello politico ed economico. Una visione tanto diversa quanto distante dagli artifici politici attraverso cui si maschera l’opportunismo di chi vuole sfruttare l’ondata di simpatia dei sardi verso le politiche indipendentiste per ricondurre il malcontento generale e le aspettative di cambiamento nell’alveo dell’ormai logoro autonomismo. Si cerca quindi di far passare il concetto di indipendenza come affine all’idea dello “Stato dentro lo Stato”, del federalismo o di qualche altra bizzarria che mal si cela sotto la lunga coperta del “sovranismo” di cui ormai in Sardegna tutti si ammantano, da destra a sinistra.
 
Pensiamo che questo debba essere elemento di riflessione, specialmente per l’area sardista, da tempo imprigionata dentro logiche di potere legate a doppio nodo con gli interessi dei partiti italiani. Occorre quindi fare chiarezza ma precisando che non si tratta di distribuire patenti di indipendentismo bensì di porre le condizioni affinché il movimento indipendentista possa farsi finalmente interprete della voglia di cambiamento popolare attraverso un processo di emancipazione nazionale in grado di coinvolgere tutta la società sarda e di influire compiutamente sulle scelte che ricadranno sul futuro del nostro Paese.
 
L’obiettivo della creazione di una classe dirigente consapevole non è tanto distante nel tempo. A Ghilarza si è aperta una pagina nuova e importante nel percorso di elaborazione politica che mira alla creazione di un indipendentismo di governo, un indipendentismo capace di esprimersi attraverso forme di organizzazione democratiche e inclusive, capace di garantire il pieno riconoscimento e la massima espressione di ciascuna delle componenti del movimento nazionale sardo. Non è ancora troppo tardi per lavorare alla realizzazione di un blocco nazionale sulla base della condivisione di un programma comune e di valori condivisi. Non si tratta di chiedere un passo indietro a qualcuno ma di fare tutti un passo avanti verso la creazione di una valida, coerente e credibile alternativa indipendentista ai partiti italiani. Si tratta di fatto di favorire l’avanzata dell’indipendentismo nella società sarda e di rispondere alle aspettative e alla forte richiesta di unità che arriva dalle basi di tutte le organizzazioni indipendentiste. Queste sono le condizioni politiche che auspichiamo vengano a crearsi a partire dall’assemblea di Ghilarza in poi, con uno sguardo rivolto ad un possibile incontro tra “Sardegna Possibile” – progetto che vede Michela Murgia candidata alla carica di governatore su proposta di Progres – e il fronte unitario nato dall’Assemblea Generale Indipendentista, le cui porte sono chiaramente aperte alla partecipazione di quelle organizzazioni che a Ghilarza hanno scelto di non esserci e che non hanno ora alcun motivo di dubitare della validità di un percorso realmente unitario e democratico. 
 
La necessità di una assemblea permanente si prospetta quanto più necessaria e utile in una fase successiva a quella elettorale, nella quale sarà indispensabile garantire, oltreché la presenza di un lavoro che nasce dal basso per opera delle indicazioni dei comitati territoriali quale espressione di democrazia e di partecipazione inedita per l’indipendentismo, anche il pieno riconoscimento delle anime che hanno sposato con entusiasmo l’iniziativa di aMpI. L’assemblea permanente potrà contribuire al compimento di quel percorso di convergenza nazionale da tempo auspicato e che dovrebbe porre le organizzazioni indipendentiste nella condizione di operare in base alla condivisione di tematiche comuni per dare risposte unitarie alle criticità sociali che riguardano la nostra terra e la sua gente.
 
Tàtari 14/09/2013
Giovanni Fara
pro s’Assòtziu Zirichiltaggia


giovedì 12 settembre 2013

Documentu votadu in Bilarzi dae s’Assemblea generale Indipendentista.

Votatzione 1 S’Assemblea de s’8 de cabudanni de Bilartzi pensat chi siat pretzisu de fraigare unu fronte indipendentista pro sas eletziones sardas de su 2014, comente passàgiu fundamentale pro sa fraigadura de unu progetu de liberatzione natzionale e sotziale in sa Terra nostra, abertu a totu cussas fortzas polìticas, sotziales, intelletuales e econòmicas chi cumpartzint unu programma de indipendèntzia cumprida.


Votatzione 2 S’Assemblea Generale Indipendentista s’at a organizare in sos territòrios in manera democràtica e partetzipativa, formende comitados provintziales, pro fraigare totu paris su programma, chi at a èssere pensadu pro sos bisòngios reales de su pòpulu sardu. Sighende su matessi critèriu partetzipativu e democràticu ant a èssere iscritas sas listas eletorales e seberadu su candidadu Guvernadore. Sos comitados territoriales sunt abertos a totu sos chi assegurant de leare parte abberu a sas fainas polìticas, chi sunt de acordu cun sos iscopos generales de custa Assemblea e chi pagant una cuota mìnima pro agiudare a chitare sos gastos de sa campagna eletorale. Sos comitados, a segunda de sa mannària issoro, ant a elègere sos delegados pro su Comitadu Natzionale, chi s’at a addobiare periodicamente. Sos delegados ant a pòdere èssere cambiados semper dae sos Comitados Provintziales, si no ant a fàghere su dovere issoro. Su Comitadu Natzionale, sighende sos inditos de sos comitados provintziales, at a arresonare in custu òrdine, de custas chistiones:


1) Programma eletorale;
2) Eletzione de s’Esecutivu Natzionale (formadu dae sos delegados chi ant a faeddare in pùblicu e cun sos mèdia;
3) Candidadu Guvernadore.


lunedì 26 agosto 2013

Adesione all’Assemblea Generale Indipendentista

L’Assòtziu politicu-culturale Zirichiltaggia comunica la propria adesione all’Assemblea Generale Indipendentista convocata da aMpI per domenica 8 settembre alle ore 10:00 a Ghilarza, presso la Torre Aragonese.
 
Saremo presenti per dare il nostro sostegno e contributo alla creazione di una alternativa seria e credibile ai partiti italiani, per ribadire la nostra non disponibilità a consegnare i contenuti delle lotte indipendentiste nelle fauci degli schieramenti unionisti, da sempre nemici dell’indipendentismo e ostili a qualsiasi forma di emancipazione nazionale del Popolo Sardo.
 
Saremo presenti con tutto l’entusiasmo che da sempre accompagna il nostro impegno politico per contribuire assieme alle organizzazioni indipendentiste, alle realtà culturali e sociali della nostra terra, alle individualità libere e a chiunque si riconosca nella voglia di riscatto della Sardigna e nel suo diritto all’autogoverno e all’autodeterminazione, a tracciare una tappa importante nella direzione dell’unificazione del movimento nazionale sardo e di conseguenza verso la creazione di una forza politica plurale, democratica e inequivocabilmente indipendentista.
 
Per la prima volta negli ultimi cinque anni abbiamo la possibilità di metterci a confronto in maniera paritaria con chi davvero crede sia possibile unire i sardi e gli indipendentisti sulla base della condivisione di valori, tematiche e programmi comuni. Per la prima volta dopo vari tentativi andati a vuoto soprattutto per l’indisponibilità delle segreterie dei partiti e movimenti indipendentisti, tutte le sensibilità che compongono il movimento nazionale avranno la possibilità di essere protagonisti nell’ambito di un dibattito aperto al contributo di idee e progetti da mettere in condivisione gli uni con gli altri.
 
Questo modo di procedere riteniamo faccia parte della nostra cultura politica e del nostro bagaglio di esperienze, maturate nel corso delle assemblee del 25 settembre e del 30 ottobre del 2011, svoltesi rispettivamente a Ghilarza - quando per la prima volta fu presentata la proposta di convocazione dell’AGI (Assemblea Generale Indipendentista) - e a S. Cristina di Paulilatino. Esperienze che hanno segnato il percorso che abbiamo fatto fino ad oggi nel tentativo di stimolare il dibattito attorno al tema dell’unità indipendentista e suggerendo a più riprese che l’unico metodo realmente funzionale a questo scopo sarebbe stato quello di dare vita ad un dibattito pubblico e inclusivo di tutte le anime della galassia indipendentista. In questo senso non ha alcuna importanza stabilire meriti su chi abbia convocato la prima Assemblea Generale Indipendentista ma piuttosto stabilire le modalità di partecipazione ad un percorso che non dovrà esaurirsi con questa prima convocazione e tantomeno all’indomani delle elezioni, se davvero vorrà rappresentare la via di svolta di un indipendentismo moderno e capace di costruire la propria alternativa al sistema dei partiti italiani senza piegarsi a logiche opportunistiche che pongono le alleanze con i partiti unionisti come unico vettore in grado di portare una manciata di indipendentisti all’interno del Consiglio Regionale. Una manciata di indipendentisti che difficilmente saranno poi in grado di spostare gli equilibri di potere che da sempre rendono gli interessi della Sardigna e del suo Popolo subalterni a quelli italiani. Il percorso di convergenza delle forze indipendentiste dovrà quindi, a nostro avviso, portare alla costruzione di un blocco elettorale influente e capace di porsi come alternativa di governo dell’isola e pure se non sarà possibile raggiungere questo risultato oggi, con l’AGI dell’8 settembre avremo la possibilità di gettare le basi per un progetto ambizioso di costruzione dell’alternativa sarda al modello di declino economico, sociale e culturale impostoci da decenni dal colonialismo italiano, dalle logiche della dipendenza e della rassegnazione a cui ci hanno finora assoggettato. 

Non è più tempo di condurre in maniera isolata battaglie di sola testimonianza, non è più tempo di puerili disaccordi originati dal culto del leader né di sterili contrapposizioni dovute all’uso di differenti terminologie e bandiere. È ora di guardarci in faccia con rispetto e di costruire assieme un fronte patriottico ancorato a valori ben saldi e condivisi. Pertanto l’Assòtziu Zirichiltaggia invita tutti gli indipendentisti a partecipare l’8 settembre 2013 alla prima Assemblea Generale Indipendentista e a portare un contributo reale alla lotta di liberazione nazionale della Sardigna.

Tàtari 26/08/2013
Assòtziu Zirichiltaggia


giovedì 8 agosto 2013

Intervista a su collettivu Arbeschida Sarda “Disterradu sardos contra su colonialismu”

Acabbadas sas intervistas a sos sòtzios indipendentistas de sas Universidades Sardas amus detzisu de dare una mirada a s'emigratzione de sos istudiantes sardos pro cumprender ite nde pensant de sas chistiones polìticas e culturales de sos ùrtimos tempos chi, est siguru, no ant lassadu indiferente calesisiat sòtziu universitàriu, màssimu sos chi s'agatant fora de Sardinna. Amus detzisu de fagher carchi pregunta a Arbèschida, unu de sos sòtzios prus ativos - non petzi, cheret naradu, de su fruntene universitàriu, chi amus a bider como - de s'emigratzione sarda, chi aunit medas esperientzìas ispartas in totu s'Itàlia. Nos at torradu imposta Giuanne Ledda, bortigalesu de 31 annos, laureadu in ingegnerìa informàtica in Pisa e impiegadu in un'impresa pisana chi produit programmas pro internet.

Arbeschida Sarda naschet in su 2009 dae una sintesi de s’esperientzia de “Sos tzirculos contra su G8” de su 2007, annu in su cale si previdiat s’acumprimentu de s’atobiu internatzionale in Sardigna, in s’isula de sa Maddalena.
Intra ‘e sos obietivos bostros b’est semper istadu su e faeddare cun sos Sardos, manteninde vivu unu contatu forte cun sa Sardigna e, in su matessi mamentu, comunicande sa bisione bostra a supra de sas dinamicas sotziales, politicas e culturales de importu pro s’Isula, e chi, in carchi manera, pertocant fintzas s’emigratzione sarda.
Oje, cali sunt sas tematicas chi pessades ser de prus importu e a supra de cali chistiones azzis traballadu de prus?
Cando amos detzisu cun ateros pagos cumpanzos de pesare su collettivu de Arbeschida, dimandandenos tra nois “ite semus” e “ite decidimos de fagher”, nos semus nados subitu chi s’iscopu nostru diat esser bistadu cussu de “faeddare de Sardigna a 360 grados”.
Comente narat su Manifestu nostru e su numene chi amos isseperadu pro su sotziu (“emigrados sardos contra a su colonialismu”) onzi cosa nada, onzi “argumentu” bogadu a campu subr’e sa Sardigna, lu filtramos partinde dae su puntu de vista chi cunsideramos sa Sardigna una terra guvernada in manera coloniale..e chi custa est cosa chi no nos andat bene!
Faghinde custu tipu de tribagliu, chircamos de faeddare unu pagu de totus sos aspetos chi cumportat sa vida in d’una terra isfruttada; chircamos de dare a sos Sardos chi la bivent dae foras sas provas chi s’isfrutamentu coloniale si faghet intender in d’onzi campu de sa vida: in cussu culturale, in cussu ambientale comente in su campu economicu e politicu.
Urtimamente, cun totu sas vicendas de sa gherra contra a su nucleare, de s’incuinamentu industriale in cabu de susu comente in cabu de giosso, de sa gherra chena agabbu contr’a sas bases militares, podimos narrer chi su piùs de sos atopos informativos los amos pesados pro mustrare sos efetos de su devastu ambientale chi semus isperimentande in Sardigna in manera semper piùs pagu cuàda.

In su “manifesto” bostru, faeddaes de comente su processu de omologazione culturale e linguisticu at reduidu, cun su colare e su tempus, a unu fenomenu folkloristicu e a sa conditzione de ispassiu pro sos turistas meda de sas manifestatziones caratteristicas de s’istoria e de sa cultura nostra. A supra de custu, est mudada carchi cosa dae su 2007? Cal’est, pro bois, su rolu de sos emigrados sardos pro defendere, avalorare e mantenner bia, pro ti narrer, sa limba sarda?
In custos urtimos annos amos bidu progressos mannos in contu de su movimentu linguisticu intreu. Sos partidos e sos movimentos indipendentistas e soberanistas ant cuminzadu a leàre in cunsideru seriu sas politicas linguisticas in sos programmas e in sos atos uffitziales; sos intelletuales sardos ant immannidu chircas, pubblicatziones e produtziones, dande vida a unu dibattitu mannu (chi at postu in mesu finas gente esterna a su movimentu) subr’a a s’importantzia politica de tenner una Limba Uffitziale chi siet limba natzionale pro totus sos sardos.
Semus ancora atesu dae su c’ant balanzadu cun sas gherras pro sa Limba, pro esempiu,  sos cumpanzos de Catalunnya o de Euskadi, ma est giustu puru chi bi sient modellos de sighire e “a bellu a bellu” sos signales sunt arrivande: bastat de bier su bellu tribagliu chi sunt faghinde in Thatari sos giovanos de “Su Majolu”.
Nois de Arbeschida semus cunvintos chi sa chistione de sa Limba depat tenner massima prioridade in d’una gherra de liberatzione natzionale comente cussa sarda. In custu sensu, dae pagu tempus a custa banda, chircamos de nos mover cun atos praticos: sunt in Sardu totu sas comunicatziones uffitziale riferidas in carchi modu a sa Sardigna (comunicados, articulos, cummentos a carchi fatu de cronaca, bolanteddos, manifestos, etc.), sunt in Sardu totu sas comunicatziones “internas” de su sotziu (mailing list), chircamos de faeddare e fagher faeddare in Sardu in sas iniziativas inue ischimos chi su publicu est fatu solu dae sardos.
Chircamos de fagher su massimu isfortzu pro impreare su sardu fintzas essende chie de un’ala de si’Isula e chie de s’atera. Est unu tribagliu chi, pensamos, si non cuminzat dae sos militantes de s’area anticolonialista, tando sa gherra nostra la podimos decrarare morta prima de cumintzare.

Cales sunt sas printzipales initziativas chi Arbeschida Sarda at organizadu pro abbarrare ligados cun sa Sardigna e sa cultura sua?
Faeddare de curtura in Sardigna nos est simple. Ca in sos urtimos tempos si sunt colados pro curtura sarda bascaramenes chi no sunt mancu folklore, ma istrochidura de cussu chi sos istranzos cherent bier de sos sardos.
Pro custu amos organizadu s’annu coladu un’atopu interessante meda dae su titulu “folklorizatzione e deculturatzione coloniale in Sardigna” inue Prof. Bustianu Pilosu (sotziu “Tenores Sardigna”) e prof. Antoni Buluggiu (rivista “Camineras”) ant ispiegadu a una platea ricca meda it’est Curtura Sarda e it’est Folkorizatzione, e cales sunt bistados sos efetos antropologicos e sotziales de su colonialismu culturale in sa terra. Dae sa die meda zente at cuminzadu a abaidare a sa produzione curturale sarda cun ateros ogros!
Atera opera de salvaguardia de sa curtura Sarda chi b’andamos fieros est su recuperu de s’opera teatrale “Pedru Zara” de Lenardu Sole, chi semus resessidos a torrare a sos teatros de s’Isula gratzias a s’azudu fundamentale de sa cumpanzia de teatru sardu “Elighelande” de Iscanu Montiferru. Pedru Zara fit dae sos annos ‘70 chi no beniat posta in atu; dae cando sa cumpanzia teatrale militante “S’Isciareu” (totu gente ligada a Su Populu Sardu) chi l’aiat cummissionada a Sole, si fit isorta. Unu peccadu mannu, dadu chi sos temas, mancari pensados in cussos annos, sunt bivos a dolu mannu fintzas oe: su disterru, su colonialismu industriale, sa gherra pro s’emancipatzione de su Populu.
Gai amos nadu, “cherimos torrare a pesare Pedru Zara dae sa tumba”!
Amos agatadu professionistas serios e capatzes comente sos amigos e sas amigas de Iscanu e in su giru de unu annu, sa “prima” fit cosa fata!
In Pisa innantis (dae innanti a 100 sardos disterrados) e in Nugoro a pustis..cun sa presentzia de Lenardu Sole, chi como at 90 e passa annos. A ratz’e soddisfatzione!
 

In sa foto: Giuanne Ledda
Sos istudiantes sardos in su disterru leant parte a sas initziativas bostras e s’interessant a sa Sardigna o in parte manna s’integrant cun sa realidade noa e differente inue istant pro istudiare?
A dolu mannu istudiantes sardos in Pisa chi benint a nos iscurtare bi nd’at tropu pagos in cunfrontu a sa potenzialidade chi bi diat poder esser: pensamos solu chi sas istatisticas de su DSU (ente per Diritto allo Studio Universitario toscano) nos faeddant de guasi 1400 sardos chi sunt pigados a Pisa pro istudiare!!
Sos sardos a Pisa sunt integrados comente si integrat onzi una comunidade in d’unu logu anzenu: istant bene, s’intendent - in d’unu certu sensu - “parte” de su contestu chi los ospitat..ma istant a contu issoro.
Sos piùs bivint in grupos “chirrados”, ant sos logos de frequentatzione issoro..fintzas sos tzilleris issoro! Capitat a s’ispissu de intender italianos nandenos “voi sardi siete fantastici ma state sempre “chiusi” tra voi”.

Chi siet a beru o chi siet macchìne, una cosa certa nos la narat custa afirmatzione: in foras, su sensu de identidade natzionale benit a campu pro su chi est: una cosa naturale, “fisiologica” de una comunidade “etnica” chi s’agattat in d’unu logu “ateru”.
Ma tando puite a sas iniziativas nostras amos quasi semper difficultades cun sos “numeros”? Ca sos sardos chi sunt inoghe, mancari su c’apo nadu innantis, no ant una cussentzia politica Sarda. No ischint nudda de su chi sutzedit in Sardigna e no ant sa gana de l’ischire piùs de cantu non cumportet su de si legher duas rigas in carchi gruppu de Facebook.
Su piùs de sos sardos chi bistant in Pisa torrant a iscoperrer sa Sardidade issoro, ma la bivent comente unu regionalismu piùs forte e singulare de sos ateros. Pagu s’interessant de su chi suzedit in bassu, foressiat cando bi sunt sas eletziones...tando si nd’ischidant e los intendes che puddas in s’arula. Ma totu sessat luego, e cando dimandamos de iscurtare sos ospites nostros chi benint dae Sardigna a nos faeddare de pitzinos cun su DNA modificadu dae s’inquinamentu, de anzones chi naschent cun duas concas, de fabbricas chi serrant, de zente chi si bochit ca non resessit a pagare Equitalia..tando..cun d’un’iscusa o s’atera, non los agatas.
Su fatu est chi su piùs de issos, in Sardigna, non bi cherent torrare. Sa Sardigna est pro a issos “su passadu”. Nois e medas ateros imbetzes, su cordone ombelicale no lu cherimos segare ca bidimos su de essere in Italia comente “unu passagiu”.
Sa realidade est custa a dolu mannu, est inutile a nos cuare. Su chi nos faghet sighire, in d’onzi manera, sunt cussas 20-30 pessones chi in carchi manera arrichint sos dibatitos in sos atopos e chi riconnoschent su tribagliu chi faghimos.
Nos faghet sighire a tribagliare s’amore pro sa terra nostra e s’isperantzia de bi poder torrare, una die.

Cales differentzias bi sunt intra s’universidade sarda e sa italiana, e pro cales rejones unu giovanu sardu isseperat una universidade italiana antis de una sarda? A nos podes fagher carchi esèmpiu?
Deo so sa pessone piùs pagu adatta a fagher unu cunfrontu ca apo istudiadu in Pisa e bastat. Ti poto narrer però chi so unu de sas mizas de sardos chi sunt bessidos dae sa Sardigna ca s’offerta formativa de tando (2001) fit tropu limitada: deo cherìo istudiare Ingenieria Informatiga e in Sardigna no bi fit, sa costa est simple.
Difatis, su piùs de sos sardos inoghe in Pisa istudiant cosas chi in Sardigna no bi sunt: Ingenieria Informatiga, Informatiga, Ingengieria de s’Automatzione...e cantu b’at.
Si andas a fagher unu cunfrontu - ti lu naro dae su chi intendo faeddande cun amigos e amigas chi ant connotu ambas sas realidades - nd’essit a pizu una Universidade Sarda ancora tropu male organizada: pagos servitzios e male cumbinados puru, esames chi si suvrapponent, cursos de calidade piùs bassa. No balet pro totu sas facultades..ma pro sas piùs, nachi eja. Custu est su chi intendo.
A pustis bi sunt cussos chi si cherent fagher un’esperientzia foras de domo..a tipu Erasmus. O cussos chi “fuent” a beru a beru, dae sa Sardigna: cussos chi deo giamo “gherras perdidas”.

Pro bois, est importante pro sos giovanos sardos de si podere cunfrontare cun realidades sotziales, culturales e politicas differentes dae sa sarda? Cal’est sa reatzione de sos istudiantes italianos innantzis a sas initziativas bostras?
Dipendet de chie faeddamos. Si ti cunfrontas cun sos italianos e resessis a lis fagher atzetare su fatu chi non t’intendes italianu - ca no·lu ses, mancari bi lis nerzant sos libereddos de s’iscola elementare - o su fatu chi sa Sardigna est una terra Coloniale pro s’Istadu issoro, tando est unu puntu in prus pro sa gherra  de liberatzione. Siet giaru: no est custu s’obietivu nostru..ma dadu chi semus in Italia, su cunfrontu est cosa de donzi die..e tucat de esser preparados!
Sos movimentos politicos italianos chi capitat de bi tenner carchi tribagliu paris e chi si ponent in cunfrontos nostros rispetande e cumprendinde a fundu sa Gherra de Liberatzione Nazionale Sarda sunt pagos a beru. A su chi podimos narrer nois in Pisa b’at solu casos de cumpanzos singulos de carchi grupu. Sos unicos chi, a livellu italianu, bi podes chistionare de Chistione Sarda e chi - in piùs - ti chircant pro lis nde faeddare sunt sos cumpanzos de su CPA de Firenze, sos de su Circulu “Partigiani Sempre” de Viareggio e sos circulos EHL (amigos de Euskal Herria) in tot’Italia. Totu su restu non sunt capatzes de un’analisi politiga libera dae pregiudissios.
Cun sas ateras realidades est piùs facile: amos otimos raportos cun d’unu sotziu politigu de disterrados albanesos chi cumprendet sas nostras positziones ca las assimizant unu pagu a sas issoro.
 


In s’universidade, a sezis in cuntatu cun ateros sotzios de istudiantes sardos in Sardigna, mascamente cun sos indipendentistas? Azis fatu mai carchi initziativa in paris, o tenies carchi initziativa chi pessade de faghere paris in su tempus benidore?
No no, a dolu mannu..e no diat esser malu a los connoscher. Anzis, est unu de sos discursos chi bessit a campu piùs a s’ispissu in sas assembleas nostras. Fintzas pro nos cunfrontare, pro cumprender sas diferentzias de contestu tra Sardigna e Disterru (no Italia..ma sardos in Italia), pro nos dare sugerimentos, pro pesare paris carchi atopu!
Podet esser chi su sotziu Zirighiltaghja siet un’intermediariu bonu pro nos atopare totu paris!

Comente giuicades s’esperientzia de Scida.2013, inue si sunt impignadas in paris pessone de tottas sas organizzatziones indipendentistas, lassandesi a palas pro sa prima borta sas differentzias e sos impeigos tipicos de sas dirigentzias politicas?
L’amos sighida cun atentzione manna..namos faghinde finas su “tifu eletorale” mancari chentza nde connoscher perunu militante!
“Scida”, ma gai comente Pesa e Su Majolu e totu, sunt sa prova piùs manna e cuncreta chi s’indipendentismu como est in tot’ue..e s’est assigurande unu tempus benidore meda prosperu.
S’auguriu nostru est chi sas listas, sos grupos, sigant a crescher semper de piùs, paris cun sos istudiantes chi, mancari no sient prontos a un’opera de militantzia, si “fident” de issos e los sigant in manera ativas in sas gherras culturale intro de sas istitutziones iscolastigas italianas in Sardigna.

Pessade chi, in su tempus benidore, siat possibile realizare unu movimentu indipendentista de istudiantes unicu, chi potat sestare unu caminu pro s’unificazione de su movimentu de liberatzione natzionale, interessande fintzas in d’una manera ativa e diretta istudiantes e traballadores in su disterru?
De “Su Populu Sardu” bi nd’at bistadu unu e bia e sos tempos fin ateros.
Si faeddamos abaidande su chi b’est como ti dia narrer chi, si bi diat essere, no at a esser cosas de su tempus imbeniente prus a curtzu. De siguru s’ambiente universitariu est piùs pagu “incuntaminadu” dae sas partiduras chi ancora oe sunt dividinde su movimentu indipendentista in generale..ma in d’onzi manera “prima o poi” cun custu ti bi depes cunfrontare.
Zertu..s’isperantzia de bier nascher e - puitte nono - de fagher parte de unu progetu de su genere no ant a morrer mai, ma innantis de pensare a custu depimos isperare chi benzat unu “fronte” politicu unicu indipendentista chi siet in gradu nessi de bogare a campu e tribagliare in manera cuncreta a una pàgia o pagu piùs de puntos cundivisos.

Comente sunt sas relatziones cun sas organizatziones indipendentistas sardas? Cale este su comportamentu issoro a bisu de sa realidade bostra e cale este s’idea bostra de collaboratzione politica pro sos annos chi benint?
In s’annu de sa fundatzione amos mandadu unu comunicadu “internu” a totu su movimentu: c’amos postu in mesu partidos e movimentos  indipendentistas e soberanistas, sotzios culturales, colletivos e militantes singulos de tando (2006).
In su documentu amos in pratiga fatu unu “suntu” de su manifestu e in piùs amos dadu un’analisi de su chi nde pensaimis de sa situatzione de su movimentu de liberatzione, bidindela dae foras.
B’at apidu reatziones bonas e malas..e calicunu no nos at mancu leadu in cunsideratzione, no ischimos puite.
Como, in d’una manera o in s’atera nos connoschent totus e in paritzos ant cretidu in nois e sighint a bi creer, reconnoschinde onzi die sos isfortzos nostros.

Podimos narrer chi cun sos piùs tenimos bonos raportos, ma no est capitadu de collaborare si nono cun pagas..supra de totus sas ateras, semus meda ligados cun su comitadu “Gettiamo le basi”.

Semus a intro de una campagna pre-elettorale e est probabile meda chi b’at a essere una competitzione intra prus listas indipendentistas, cada una a contu suo e contra a sas ateras, cun d’unu candidadu issoro e un’istrategia propria, fintzas cun aberturas pro sos politicos italianistas, comente sos de su dae pagu naschidu “Partito dei Sardi” de Paolo Manichedda e Franciscu Sedda. Comente la bidies e cale este s’opinione bostra?
Arbeschida no est unu movimentu partiticu e a nos lassare andare cun cummentos de preferentzia diat sonare feu pro sa natura nostra. Namos chi su cuadru generale no est pro nudda rassigurante. S’isperantzia nostra, comente cussa de una fita manna de sardos “votantes” (ca tantu est de cussu chi semus faeddande) est chi sos dirigentes de sos partidos indipendentistas resessant a “cagiàre” paris una piattaforma eletorale chi funzionet..una borta pro totus. Su progetu de Unidade Indipendentista o cussu de Convergentzia Natzionale propostu dae Ampi nos at agradadu meda ca rispondiat a cussa chi, segundu a nois, est sa falta piùs manna de su movimentu: s’unidade.
Est roba de macos pretendere unu “partidu de sos sardos”. Comente diat esser roba de macos a pretender unu movimentu indipendentista unicu; “totu paris ca semus totu indipendentistas”..bah! Su pluralismu bi cheret, guai chi manchet..ma nessi cussos 8-10 puntos programmaticos inue semus totu cuncordos, diant poder esser su purtu de partentzia pro una collaboratzione eletorale! Imbezes onzi borta binchent sos pilos in s’ou e sos personalismos.
Su trenu de sas occasiones istoricas si ch’est bell’e colande e ancora sa cosa no est cambiada: partidos noos cun gente betza, caras noas pagas e cussas pagas benint atacadas dae su movimentu prima de esser atacada dae sos ateros. Semper su bellu minestrone eletorale indipendentista. E sos pardidos italianos chi si frigant sas manos ca ancora non semus in gradu de rappresentare un’alternativa cuncreta e chi fetat a bi creer  e chi pongiat isperantzias serias a sos ogros de sos sardos.
Est giài dificile a balanzare sa fide de sos sardos in contu de politiga..si in piùs nos presentamos comente unu fiotu de berbeghes furadas..

Oc’annu best’istada una nova de importu mannu in s’iscola, cun carchi episodiu significativu: Ricardo Laconi, istudiante de 13 annos, at afrontadu s’esame de terza media in sardu; Elisa Melis, istudiante de 18 in s’alberghieru de Tortolì non l’at podidu faghere ca sa presidente de sa commissione s’est posta contra, siende chi non fiat sarda; finalmente, in Tattari, Marco Daga semper in s’alberghieru at fatu sa maturidade sua in sardu. Ite nde pessades de custos episodios? Podent agiudare sa creatzione de unu processu novu de affermatzione de s’identitade ispinghende ateros giovanos a faghere su matessi o, pro comente est s’iscola italiana (istoricamente contra a s’insegnamentu e a s’impreu de su sardu) ant a abbarrare pagos episodios?
Sicuramente si nos ispetamos aberturas dae parte de s’iscola italiana amos a abarrare a cascos. Custos episodios ant un’importantzia manna mancari, comente su fatu de Elisa Melis, no apant apidu esitu bonu.
S’importante est chi bi sient bistados e chi sa zente nd’epat faeddadu. Como semus a tres..si occ’annu chi benit arrivamos a 10 e a pustis a 30..a bellu a bellu su “fenomenu” at a diventare “normale”: tando amos a poder narrer de aer binchidu ..no sa gherra..ma una batalla manna meda!
S’importante est chi fetat “notizia”..ca, pro narrer, innoghe in Pisa puru unu giovanu de Lanuse’, Marco Solinas, at iscritu sa tesi de duttoradu in Sardu..ma nisciunu nd’at faeddadu.
In custu azuant meda s’opera de sas retes sotziales comente Facebook o Twitter..e, no pagu, s’azudu chi ant a dare sos babos e sa mamas e sos professores de sos pitzinos chi diant manifestare sa voluntade de faeddare in sardu in custas ocasiones ufitziales: sunt issos chi los devent ispronare a la sighire gài!

Cale contribudu podent donare sos istudiantes sardos in su disterru pro su chi pertocat sa gherra pro s’affermatzione e sa valorizatzione de sa limba nostra in s’iscola e in s’universidade?
“Gherrare pro torrare e torrare pro gherrare” comente naraiat su Populu Sardu. Dae su “continente” podimos fagher meda pro sos disterrados ma pagu pro su chi sutzedit in Sardigna. No est compitu nostru e fintzas cherinde, diat esser cosa impossibile de fagher cun criteriu..ca pro las mandare a dae innantis certas gherras, bi deves essere, las deves biver!
Su compitu nostru diat poder esser cussu de ponner sas esperientzias nostras a servitziu de chie tribagliat in cussu campu o cussu de lis dare boghe in continente pro faeddare de custos cambiamentos chi si sunt verificande in Sardigna. Ma pro chircare de cambiare a beru sas cosas bi devimos esser. B’at pagu de ite fagher.

Ite programmas tenies pro s’annu chi benit? Cali initziativas sezis organizzande?
Su programma definitivu no l’amos ancora pensadu. De sicuru in s’annu chi benit amos a presentare su liberu de Omar Onnis “Tutto quello che sai sulla Sardegna è falso”, amos a fagher un’initziativa subr’e sa luta de liberazione natzionale in Irlanda e una rappresentatzione teatrale contr’a sas bases.

Website: www.arbeschidasarda.org

Intervsita a cura de s’Assòtziu Zirichiltaggia
Austu de su 2013