mercoledì 13 novembre 2013

Assemblea Generale Indipendentista

ASSEMBLEA GENERALE INDIPENDENTISTA 

Sabato 16 novembre - ore 15.30 

Presentazione della prima bozza di Programma del
Fronte Indipendentista Unidu
e nomina dei Candidati a Governatore della Sardegna

Provincia Cagliari: Selargius, Sala Pro Loco, via Bezzecca 46 
Provincia Olbia-Tempio: Tempio, piazza Mercato 1, ufficio turistico del Comune 
Provincia Sassari: Sassari, dopolavoro ferroviario, piazza Stazione 
Provincia Nuoro: Siniscola, "Su Recreu" di Davide Secchi,
Località “Sas Piddas”, strada provinciale 24,
prima uscita s.s. 131 DCN venendo da Nuoro 
Provincia Oristano: Fordongianus, Aula consiliare comunale, via F. Coco 
Provincia Ogliastra: Girasole, Biblioteca Comunale, via Garibaldi 5 
Provincia Sulcis: Carbonia, corso Iglesias 18
Sabato 16 novembre - ore 15.30

Per info: 
Pier Franco Devias - telefono 3209266945 - mail: predufrantziscu@yahoo.it
Fabio Cocco - telefono 3296714453 - mail: fabiococco@kentales.com
Ines Caria - telefono 3288740729 - mail: inescaria@tiscali.it



lunedì 11 novembre 2013

La Maddalena: parte dal territorio la campagna elettorale del Fronte Indipendentista Unidu

di Giovanni Fara

Il Fronte Indipendentista Unidu ha scelto di cominciare la sua campagna elettorale dall’isola de La Maddalena, di fronte all’Hotel Porto Arsenale, luogo simbolo della devastazione ambientale perpetrata da decenni ai danni della Sardegna. Abbiamo deciso di partire da qui per denunciare lo sperpero dei denari dei sardi attuato da una classe politica che ha dato prova di non volersi minimamente curare del benessere e degli interessi del territorio. Abbiamo deciso di cominciare dai problemi che ci riguardano più da vicino: quello dell'occupazione militare, delle mancate bonifiche, della strafottenza di una classe politica moralmente indegna e non adeguata a rappresentare gli interessi dei Sardi. La vicinanza al territorio e il confronto diretto con le persone e i loro problemi sarà ciò che caratterizzerà tutta campagna elettorale del Fronte Indipendentista.
Quella di ieri è stata l’occasione per esprimere tutta la nostra indignazione per i termini dell’accordo siglati tra lo Stato Italiano, la Regione e il Comune de La Maddalena del 29 ottobre. Consideriamo sconcertante che il governatore Cappellacci dopo 4 anni di totale disinteresse sul problema delle mancate bonifiche gridi vittoria per aver siglato un accordo che prevede che la Regione debba spenda ben 5.400mila euro. È sconcertante vedere come il governatore Cappellacci usi toni trionfalistici e provi a farsi la campagna elettorale sulle spalle dei sardi. Abbiamo voluto denunciare il silenzio complice della Regione in una vicenda di appalti truccati a danno dell’arcipelago maddalenino. Abbiamo voluto denunciare una volta ancora il rifiuto della Regione di costituirsi parte civile per le mancate bonifiche del G8. Abbiamo voluto denunciare il silenzio del governatore Cappellacci per il mancato versamento nelle casse della Regione dei 31milioni di euro che la Mita Resort del Gruppo di Emma Marcegaglia avrebbe dovuto versare dopo essersi aggiudicata l’appalto per la riqualificazione turistica dell’hotel porto arsenale. Riteniamo sconcertante la totale mancanza di senso di responsabilità della classe politica sarda che, dopo aver procurato un danno di immagine e un danno economico non solo all’isola de La Maddalena ma a tutta la Sardegna, ora gioca a scarica barile mettendo nelle mani dell’amministrazione comunale l’attuazione delle bonifiche incompiute che dovrebbero essere realizzate in 30 mesi. Sappiamo che non saranno sufficienti gli undicimilioni di euro che lo stato dovrà spendere a metà con la Regione Sardegna per portare a termine la bonifica su un area che si estende per oltre 20mila metri quadri marini e riteniamo a maggior ragione che, l’accordo siglato, si rivelerà essere l’ennesima beffa ai danni del popolo sardo.
Il Fronte sarà in ogni caso vigile e presente, anche dopo le elezioni e per tutto il tempo che sarà necessario affinché le bonifiche vengano realmente portate a termine. Chiameremo sempre in causa chi ha attuato e di chi ha reso possibile il disastro ecologico dell’arcipelago maddalenino. Vigileremo affinché non si giochi più con il futuro di questo territorio e del suo sviluppo. Non ci siamo dimenticati delle cinquemila tonnellate di rifiuti speciali tra cui amianto, idrocarburi, metalli pesanti e perfino materiale radioattivo che sono stati sparsi in mezza Sardegna, dalla discarica de "s'ispiritu santu" di Olbia alle migliaia di metri di profondità della miniera di Canaglia nella Nurra. Non ci siamo dimenticati delle responsabilità della cricca del G8, di quelle della protezione civile e di Bertolaso. Non ci siamo dimenticati delle responsabilità della capitaneria di porto di Porto Torres, del sindaco di Porto Torres e di quello di Sassari nei cui territori e sulle cui strade sono transitati, nel silenzio di tutti, questo genere di materiali pericolosi e incompatibili con la vita dell’uomo e dell’ambiente.
Per risolvere questa politica fallimentare il Fronte ha individuato delle soluzioni che saranno presenti nel suo programma, tra cui:
1) una legge che preveda in caso di bonifica di un territorio, il diritto di prelazione per le imprese specializzate nelle bonifiche con sede legale in Sardegna da almeno tre anni;
2) il varo di una legge che renda obbligatorio che la RAS si costituisca parte civile in caso di disastro ambientale;
3) Obbligo per le ditte che vogliono installare nuovi impianti industriali impattanti, di versare alla Regione una cauzione pari la costo dello smantellamento degli impianti stessi e della bonifica del territorio.
Il Fronte si batterà affinché questo territorio ricco di bellezze e di risorse naturali possa essere riqualificato e valorizzato, perché siamo stanchi di sentirci dire che la Sardegna è una terra povera e che quindi non esiste altro modello di sviluppo se non quello dato dall’occupazione militare, dalla svendita del territorio e da modelli economici che nulla hanno a che fare con la naturale vocazione del nostro habitat. La povertà è solo nella testa di chi fin’ora ci ha governato, di chi non è stato capace di mettere in piedi un solo valido  progetto di sviluppo, di prosperità economica e di tutela ambientale.
Abbiamo aperto la nostra campagna elettorale a la Maddalena per disegnare un futuro diverso per uno degli angoli più belli e suggestivi della nostra Isola e per l’intera Sardegna. Riparte da qui, riparte dal Fonte Indipendentista Unidu, la lotta per l’emancipazione e l’indipendenza del nostro Paese.



venerdì 8 novembre 2013

Apertura della campagna elettorale del Fronte

A tutti gli organi di stampa:
Domenica 10 novembre il Fronte Indipendentista Unidu inizierà la sua campagna elettorale intervenendo sul problema delle mancate bonifiche del G8 sull’Isola de La Maddalena.
Denunceremo lo spreco di denaro dei sardi, l’occupazione e l’abbandono del territorio da parte dello Stato Italiano con la complicità di una classe politica sarda inadeguata e completamente incapace di difendere gli interessi della Nazione Sarda.
Sarà l’occasione per esporre i punti che presenteremo nel nostro programma elettorale per la salvaguardia del benessere della collettività, la riqualificazione delle aree di bonifica e l’ottenimento del risarcimento dei danni arrecati con l’occupazione coloniale e la militarizzazione del territorio.
L’appuntamento è fissato alle h. 11.30 davanti all’ingresso dell’Hotel Porto Arsenale de La Maddalena

Per informazioni contattare i seguenti numeri:
Pier Franco Devias tel. 320.9266945; Fabio Cocco tel. 329.6714453
Ines Caria tel. 328.8740729; Giovanni Fara tel. 328.1358752


INGHITZU DE SA CAMPAGNA ELETORALE DE SU FRONTE

A totu is òrganos de informatzione: Domìnigu su 10 de onniasantu su Fronte Indipendentista Unidu at a incumentzare sa campagna eletorale sua, intervenende a pìgiu de su problema de is bonìficas de su G8 chi no ant fatu in s’Isula de Sa Maddalena. Amus a denuntziare su dinari pèrdidu de is sardos, s'ocupatzione e su disamparu de su territòriu chi at postu in òpera s'istadu italianu, essende de acòrdiu cun una classe polìtica sarda chi no est bona a difèndere is interessos de sa Natzione Sarda. In cussa ocasione amus a presentare is propostas de su programma eletorale nostru pro s'amparu e su benèssere de sa colletividade, sa sanadura de is giassos chi bolent bonificados e sa rifata pro is dannos chi nos ant portadu s'ocupatzione coloniale e sa militarizatzione de su territòriu. S'addòbiu est a is h. 11.30 de mangianu, cara a s'intrada de s’Hotel in su Portu Arsenale de Sa Maddalena.



martedì 5 novembre 2013

Ad un mese dal convegno delle gioventù indipendentiste: le basi per una lotta permanente.

Di Andrìa Pili 

Lo scorso 27 settembre, nell'ateneo cagliaritano, si è tenuto il convegno delle gioventù indipendentiste europee, organizzato dal comitato studentesco SCIDA 2013, sotto il tema della "Storia del sindacalismo indipendentista universitario nel contesto europeo." A questo hanno preso parte la Ghjuventù Indipendentista (Corsica) e lo Sinn Fein-Republican Youth (Eire). Il carattere storico dell'evento è stato senz'altro importante, non solo perché è stata la prima volta in cui un simile evento si è tenuto nella nostra nazione, ma anche perché ci ha consentito di conoscere le vicende dei movimenti ospiti, quanto la storia delle aggregazioni studentesche nelle nostre isole. Ma non si è trattato soltanto di una mera celebrazione di ricordi del passato; si è constatata la persistenza della repressione politica in tutte le terre oppresse dagli Stati europei, specialmente a danno del gruppo corso nostro ospite, il quale ha pagato duramente la sua rinascita – come movimento studentesco eminentemente politico, rispetto ai propri colleghi nazionalisti – con le intimidazioni da parte delle forze dell'ordine francesi (citazioni, arresti, galera). Particolare emozione vi è stata con il racconto delle vicende del giovane patriota della GI Nicolaju Battini, di 20 anni, il quale si trova nel carcere di Parigi in attesa di giudizio, il quale – probabilmente – arriverà non prima dei prossimi tre anni. Spazio importante dell'incontro ha avuto anche la dimensione temporale presente, il quale ha evidenziato le analogie tra le condizioni dei nostri paesi. Ad esempio, Corsica e Sardegna si ritrovano svantaggiate nei trasporti da e per l'isola, quanto in un sistema scolastico del tutto basato sulle linee guida centrali (il rappresentante corso Santoni ha parlato degli istituti agrari corsi, nei quali lo studio è basato sul sistema agricolo francese).

Ritengo che la tematica più importante, fra quelle trattate, sia quella relativa al futuro dei nostri paesi, delle nostre organizzazioni, della nostra collaborazione. La relazione di SCIDA 2013 ha evidenziato – seguendo un filo logico che ha caratterizzato, finora, tutta la sua elaborazione – l'esistenza di una politica europea a due dimensioni: una statale ed una popolare-nazionale, cui si riferiscono il fenomeno dei “diritti”, della “Pace” e della “stabilità” europea contrapposto alla Realtà di un'Europa in preda a conflitti tra istituzioni politiche in lotta fra loro (come evidenziato dalla recente crisi economica europea) e a sua volta unite dalla repressione, da una vera e propria guerra, contro le nazioni in lotta per la propria emancipazione. Tale conflitto – per quanto ci si sforzi di nasconderlo – esiste e può vincere anche contro l'Europa degli Stati, usando gli stessi strumenti offerti da essa (come dimostra l'eroica lotta della patriota basca Ines del Rio, per il riconoscimento dei suoi diritti umani e quelli degli altri prigionieri politici baschi sotto lo Stato spagnolo) può essere sanato soltanto con l'indipendenza di tutte le nazioni, e quindi con la fine del modello dello Stato-Nazione occidentale. Modello su cui questa Europa politica ed economica si basa, esprimendosi particolarmente contro i paesi privi di uno spazio politico sovrano; per noi giovani, si è manifestata attraverso il Processo di Bologna (politica europeista dell'educazione superiore volta alla perifericizzazione degli atenei, al fine di creare dei centri di eccellenza a scapito di nazioni come la nostra, il cui diritto allo studio è ostacolato e compromesso) e la flessibilità del lavoro. Tutte politiche dettate, chiaramente, dall'ideologia neoliberale, volta a fondare una società governata interamente dal Mercato e, in particolare, dal progetto europeista della creazione di un grande polo capitalista continentale, che possa competere con gli altri attualmente esistenti nel globo. Perciò si punta alla mercificazione del lavoro quanto dell'educazione, attraverso il precariato quanto la costruzione di un sistema educativo del tutto prono agli interessi del mercato, cui noi studenti sardi abbiamo dovere di opporci per coerenza anticolonialista.

Che posizione devono assumere le gioventù indipendentiste europee di fronte a questa Europa? La posizione di SCIDA 2013 è stata molto chiara: non possiamo accettare l'attuale orientamento politico-sociale-economico dell'Unione Europea attuale; allo stesso tempo, dobbiamo marcare con decisione le distanze da un crescente antieuropeismo di stampo sciovinista, il quale non va verso l'emancipazione bensì vorrebbe la restaurazione della piena sovranità degli Stati che ci opprimono. Al fine di evitare la nuova ascesa dei nazionalismi di Stato (pericolo reale, continuamente mostratoci da fenomeni quali il crescente consenso verso i partiti di estrema destra – vedi Francia, Grecia, l'indubbia crescita di CasaPound – quanto verso politiche di stampo razzista) occorre pensare ad un'altra forma di federalismo europeo, purché basato sull'autodeterminazione dei popoli e sulla parità fra essi. La lotta contro questa Europa non può che vedere protagonisti noi giovani, noi indipendentisti. Per questo è necessaria la creazione di una rete fra le gioventù indipendentiste europee, sui 6 punti che SCIDA ha proposto: contro l'Europa degli Stati; contro il Processo di Bologna; contro le politiche lesive dei giovani lavoratori; per una collaborazione culturale; per una condivisione di mezzi di comunicazione (specie radio e web); per una comunione di buone pratiche di lotta politica e di rappresentanza studentesca. Ghjuventù Indipendentista e Sinn Fein Republican Youth hanno riconosciuto l'importanza di tale ambizioso progetto, quanto l'importanza di costruire nuovi rapporti federalistici, guardando non solo all'Europa ma anche al Mediterraneo (dimensione geopolitica più congeniale a Corsica e Sardegna) quanto l'esigenza di costruire una scuola che crei individui liberi ed eguali. Ci auguriamo che tale progetto possa lavorare e dare i suoi frutti. Infatti,  considerando il declino generale della politica di sistema, escludente ogni progetto di tipo emancipativo e volta all'appiattimento delle differenze, la nostra collaborazione internazionale acquisterebbe un senso molto più ampio dei confini delle medesime nazioni. Non solo perché non sarà possibile alcuna liberazione umana, alcuna autentica unione federalista tra i popoli del mondo, fino a quando sussisteranno rapporti di dominazione; ma anche perché nella tanto decantata – in Europa – fine delle ideologie, entro un'uguaglianza di fatto tra i principali poli parlamentari degli Stati, soltanto noi indipendentisti di tutta Europa possiamo – con pieno diritto – sollevare la bandiera della Libertà per tutti.