domenica 19 marzo 2017

Contro la speculazione sulla spiaggia di Porto Ferro


Il P.U.L . (Piano di Utilizzo dei Litorali) recentemente adottato dal comune di Sassari, prevede la realizzazione di tre stabilimenti balneari e di infrastrutture che rischiano di stravolgere irrimediabilmente il volto selvaggio e la natura incontaminata e indomabile di Porto Ferro.

In opposizione all’intenzione del Comune e in difesa del litorale è nato il comitato “Giù le mani da Porto Ferro” e tutte le associazioni e le realtà produttive che operano nell’area hanno fatto sentire la propria voce di dissenso dopo aver intravvisto in questa scelta dell’amministrazione di Sassari un pericolo concreto. Pericolo dettato da scelte unilaterali che è giusto mettere in discussione, non soltanto per salvaguardare l’ambiente da quella che si presenta come una nuova speculazione a danno del territorio, ma anche per affermare un principio di autodeterminazione e di sovranità delle nostre comunità, che dovrebbero essere sempre coinvolte nella gestione delle risorse ambientali. In tal senso è necessario pretendere un cambio di rotta radicale della politica alla guida del nostro Comune.

L’amministrazione sassarese, per l’ennesima volta, nell’approvare il P.U.L., ha agito per conto terzi, contro gli interessi del territorio, contro gli interessi dei cittadini, contro gli interessi dei lavoratori e in questo caso di tutte quelle realtà economiche che operano nella spiaggia di Porto Ferro e che hanno contribuito a renderla una meta importante senza azioni invasive e nel rispetto delle peculiarità dell’area naturalistica.
Tutte queste realtà non sono state coinvolte nelle scelte dell’amministrazione che, di fronte alle prime proteste e alle prime perplessità, non ha perso l’occasione per agitare il fantasma del “ricatto occupazionale” come strumento politico in grado di assicurare la realizzazione dei suoi propositi. Non vi è però nessuna ragione, neppure economica, per trasformare il volto di Porto Ferro, se non quella di creare nuove clientele politiche secondo una logica affaristica che pone gli interessi dei cittadini e del territorio in secondo piano rispetto a quelli della politica.

L’approvazione del PUL va ad aggiungersi poi ad altri provvedimenti che in questi ultimi tempi la giunta Sanna ha voluto approvare, spesso persino con il beneplacito di tutta l’opposizione. Uno su tutti il piano particolareggiato del centro storico che di sicuro a breve farà tanto parlare di sé.
Un aspetto, questo, importante da sottolineare perché ciò a cui stiamo assistendo in questi giorni all’interno del Comune di Sassari è una vera e propria lotta intestina al Partito Democratico, di cui a farne le spese sono i sassaresi. Una lotta fatta di dimissioni di assessori, una lotta di potere che si trascina dietro una infinita sfilza di polemiche sulla gestione del territorio e del patrimonio pubblico.
Si può dire che la tracotanza di Sanna e della sua Giunta abbiano ormai raggiunto limiti insopportabili, considerato soprattutto la distanza messa tra l’amministrazione e i cittadini, completamente esclusi, come nel caso di Porto Ferro, dalle principali decisioni che li riguardano.

La difesa del P.U.L da parte dell’ex assessore Carbini, a posteriori delle sue dimissioni, risuona di una debolezza sconcertante, dato che le stesse sono state accompagnate da una serie di critiche nei confronti della gestione dei rapporti tra il sindaco Sanna e suoi i cittadini, fatto più volte rilevato anche dalla stampa locale, cosa che ha contraddistinto evidentemente l’intero entourage del sindaco. Particolarmente sgradevoli sono risultate le critiche di esponenti della maggioranza che hanno ironizzato sul fatto che una delle ragioni della protesta e della mobilitazione contro il Piano sui litorali sia la presenza dei surfisti a Porto Ferro, dimostrando di non conoscere il territorio e, allo stesso tempo, mettendo in luce la distanza insormontabile che esiste tra la loro azione di governo e i cittadini.

Dagli indipendentisti del F.I.U. arriva l’invito a rendere questa battaglia il più estesa possibile affinché si faccia una grossa pressione sull’amministrazione comunale in modo tale da farla desistere dall’intento di portare avanti il proprio proposito, quello di trasformare Porto Ferro in una anonima provincia italiana, un non-luogo, somigliante a tanti altri dove è stato imposto un modello di turismo di massa che mal si concilia con la natura selvaggia e indomabile dell’area tra Capo dell’Argentiera e Capo Caccia. Il Fronte Indipendentista Unidu ha quindi dato la propria disponibilità a sostenere le mobilitazioni contro l’applicazione del P.U.L. attraverso la mobilitazione dei propri attivisti e la propria azione politica, con l’auspicio che questa diventi una battaglia di tutti i sassaresi e gli amanti di Porto Ferro.

Sàssari 19/03/2017