martedì 13 settembre 2016

A si mòere est unu deretu, no unu lussu!

“Muoversi è un diritto, non un lusso!” questo il principio ribadito nel corso della manifestazione organizzata questa mattina dagli indipendentisti del Fronte Indipendentista Unidu, Sardigna Natzione Indipendentzia e dalla Confederazione Sindacale Sarda per protestare contro la decisione della Regione Sardegna e dell’Arst di aumentare in maniera sproporzionata, ingiustificabile e irresponsabile i prezzi dei biglietti del trasporto pubblico extraurbano.


Decisione motivata dal fatto che le tariffe fossero ferme da dieci anni e con una non ben chiara “semplificazione ed armonizzazione” del sistema trasporti. Affermazioni che sulla bocca di politici e dirigenti di azienda suonano come un vero e proprio sberleffo nei confronti di quelle famiglie per i quali dal primo settembre spostarsi comporta un aggravio di spesa non indifferente rispetto al passato. Questi aumenti, infatti, risuonano come del tutto ingiustificati a fronte dei disservizi a cui l’ARST ci ha da tempo abituato. Basti pensare ai numerosi mezzi di trasporto vecchi e spesso pericolosi, al numero di tratte assolutamente insufficienti, alle fermate chiuse, all’assenza in moltissimi paesi di “Stazioni degli autobus” degne di questo nome. Il pensiero qui non può che volare immediatamente alla Stazione di Sassari, provvisoria in via Padre Ziranu dal 2008 e abbandonata ad uno stato di degrado impietoso sia dall’ARST che dall’amministrazione comunale che, dal 2008 ad oggi, non è riuscita ad individuare un luogo più adatto nel quale accogliere i viaggiatori che ogni giorno si spostano da e per Sassari.


Ma tornando ai rincari della rivoluzione dei trasporti marcata Pigliaru, ciò che suscita sgomento e preoccupazione è l’aumento sconsiderato degli abbonamenti e l’abolizione delle agevolazioni per le famiglie meno agiate. Una famiglia che ha più di uno studente a carico si trova ora a dover sostenere dei costi altissimi per mandare a studiare i propri figli. La giunta Pigliaru sta di fatto adottando una politica scellerata che mette sullo stesso piano gli studenti più svantaggiati con quelli più ricchi. Una decisione quindi assunta contro ogni logica, contro il buon senso e contro ogni forma di giustizia sociale. 


È chiaro che ci troviamo di fronte ad un vero e proprio attacco al diritto allo studio, ma c’è dell’altro: In Sardegna esiste un problema oggettivo nella gestione dei trasporti. La classe politica si riempie spesso la bocca di termini quali “diritto allo studio”, “diritto alla mobilità” o  “mobilità sostenibile” ma nei fatti attua misure tendenti a danneggiare le famiglie, i lavoratori, gli studenti che si devono spostare da una zona all’altra dell’Isola. Se in Sardegna non si possiede un’automobile non si ha la possibilità di muoversi agevolmente per l’insufficienza dei mezzi di trasporto pubblico e per l’insufficienza delle tratte. Ogni famiglia è quindi costretta a mantenere anche due o tre autovetture con tutte le conseguenze negative che questo comporta anche in termini di inquinamento ambientale. 

La Giunta Pigliaru, l’assessore ai trasporti Deiana, hanno dimostrato ampiamente di non avere alcun interesse – oltre che nessuna capacità – di dare seguito ad un piano di trasporti funzionale ed efficiente per la Sardegna. Sia in termini di trasporto interno all’Isola  che verso l’esterno. Lo hanno dimostrato con i treni superveloci e supercostosi che si fermano continuamente a causa di guasti e imprevisti, mostrando l’inefficienza imbarazzante del sistema di trasporto su rotaie. Lo hanno dimostrato con l’isolamento degli aeroporti sardi dalle grandi capitali europee e oggi lo dimostrano con un aumento inammissibile dei prezzi di trasporto di treni e autobus.

È evidente come quella attuata dalla Giunta Pigliaru sia una politica di disincentivo dell’utilizzo dei mezzi pubblici e che pertanto i primi che dovrebbero sostenere la protesta contro il caro trasporti siano proprio i dipendenti dell’ARST, che in futuro saranno i primi a pagare le conseguenze di un progressivo ed inesorabile ridimensionamento del trasporto pubblico extraurbano.

Per questo nel corso della manifestazione sono state ribadite le ragioni della protesta ed è stato chiesto a gran voce un passo indietro rispetto alla decisione presa; il ripristino del vecchio piano tariffario e l’immediata reintroduzione delle agevolazioni per anziani, famiglie e studenti meno abbienti.

Indispensabile è l’avvio nell’Isola un piano di investimenti per l’implemento del trasporto pubblico. Misure imprescindibili per impedire l’isolamento e lo spopolamento dei nostri paesi.

La protesta di questa mattina si unisce a quella degli studenti e a quella degli amministratori che già si sono espressi contro l’aumento delle tariffe dell’Arst. Protesta che, se vorrà ottenere dei risultati, dovrà essere portata avanti con determinazione  fintanto che non saranno ripristinati criteri di equità e di giustizia sociale.

Sàssari, 13/09/2016
Giovanni Fara