Siamo certi che con l’esperienza
dell’Assemblea svoltasi a Ghilarza domenica 8 settembre 2013 si sia aperta una
nuova fase politica attraverso una modalità di dibattito che raramente si è
vista prima nell’ambito del confronto interno al movimento indipendentista. La
possibilità di prendere parte in maniera paritaria alla costruzione di un
progetto politico frutto degli entusiasmi e del contributo di tutti è stato
reso possibile anche grazie alla capacità organizzativa di aMpI che ha
presieduto l’incontro rendendo davvero tutti protagonisti del dibattito che si
è concluso con la votazione di due documenti approvati a larghissima
maggioranza attraverso i quali si è deciso di dare vita ad un fronte indipendentista per le elezioni del
2014 come passaggio fondamentale per la realizzazione di un progetto di
liberazione nazionale e sociale della nostra terra organizzando nei territori,
in maniera democratica e partecipativa, dei comitati provinciali per realizzare
tutti assieme un programma pensato per i bisogni reali del popolo sardo.
L’Associazione Zirichiltaggia ha
preso parte all’incontro sulla base di una riflessione che da sempre ci spinge
ad operare per stimolare e favorire una collaborazione fra le diverse anime
dell’indipendentismo. Pensiamo che quella di domenica sia stata una tappa
importante di un lungo e difficile percorso di unificazione del movimento
nazionale sardo, di un percorso di unificazione del movimento indipendentista
sardo. Crediamo sia possibile dar vita ad una reale alternativa politica ed
elettorale ai partiti italiani e allo stesso tempo favorire la nascita di uno
spazio importante di condivisione politica e di lotta comune dove ognuno possa
dare il proprio contributo di idee in maniera davvero egualitaria e partecipata.
Fino ad oggi il confronto fra
indipendentisti è stato reso difficile dai rapporti fra le varie dirigenze che
non sono mai riuscite a trovare una linea di condotta comune. Lontano da noi in
questo momento il desiderio di attribuire responsabilità politiche o quello di
puntare il dito contro qualcuno in particolare, ci interessa piuttosto che si
creino finalmente e in maniera concreta le condizioni affinché dalla necessità
di dialogo, di dibattito e di
confronto ormai avvertita a tutti i livelli nell’indipendentismo sardo, scaturiscano
delle proposte politiche che abbiano un lungo corso, che sappiano guardare
anche ad una fase successiva a quella delle elezioni del 2014. Questo è quello
che ci aspettiamo succeda anche grazie all’input venuto fuori a conclusione dei
lavori dell’Assemblea di Ghilarza.
Queste considerazioni ci spingono
chiaramente verso un ragionamento più complesso rispetto alla prossima scadenza
elettorale: pensiamo non sia più sufficiente sperare di entrare all’interno del
Consiglio Regionale senza avere il peso politico necessario per influire attivamente
sulle decisioni politiche che riguardano questa terra. Gli indipendentisti
devono poter entrare in Regione come forza in grado di spostare gli equilibri
di potere, come forza capace di incidere fortemente sulle decisioni che
riguardano il nostro futuro ma non possiamo sperare di farlo attraverso giochi
di potere, inciuci dell’ultima ora e alleanze furbe con i partiti italiani.
L’indipendenza è una cosa seria; non esistono scorciatoie e non esistono vie di
mezzo: o si sta dalla parte dei sardi e della Sardegna o si sta dalla parte
dello Stato Italiano e delle sue politiche coloniali.
Per questa ragione riteniamo
giusto escludere una qualsiasi forma di collaborazione o di alleanza con i
partiti italiani da parte del fronte indipendentista di cui si sono gettate le
basi a Ghilarza. Non ci si può alleare con chi non riconosce il concetto di
Nazione Sarda e di conseguenza il nostro diritto all’autodeterminazione e
all’indipendenza; progetto che non lascia spazio a troppe interpretazioni, il
cui significato si può sintetizzare nel pieno riconoscimento della soggettività
politica della Nazione Sarda in campo internazionale, pieno diritto di formare
un proprio Stato, una propria Repubblica libera da condizionamenti esterni, sia
sotto il profilo socio-culturale che su quello politico ed economico. Una
visione tanto diversa quanto distante dagli artifici politici attraverso cui si
maschera l’opportunismo di chi vuole sfruttare l’ondata di simpatia dei sardi
verso le politiche indipendentiste per ricondurre il malcontento generale e le
aspettative di cambiamento nell’alveo dell’ormai logoro autonomismo. Si cerca
quindi di far passare il concetto di indipendenza come affine all’idea dello
“Stato dentro lo Stato”, del federalismo o di qualche altra bizzarria che mal si
cela sotto la lunga coperta del “sovranismo” di cui ormai in Sardegna tutti si
ammantano, da destra a sinistra.
Pensiamo che questo debba essere
elemento di riflessione, specialmente per l’area sardista, da tempo
imprigionata dentro logiche di potere legate a doppio nodo con gli interessi
dei partiti italiani. Occorre quindi fare chiarezza ma precisando che non si
tratta di distribuire patenti di indipendentismo bensì di porre le condizioni
affinché il movimento indipendentista possa farsi finalmente interprete della
voglia di cambiamento popolare attraverso un processo di emancipazione
nazionale in grado di coinvolgere tutta la società sarda e di influire
compiutamente sulle scelte che ricadranno sul futuro del nostro Paese.
L’obiettivo della creazione di
una classe dirigente consapevole non è tanto distante nel tempo. A Ghilarza si
è aperta una pagina nuova e importante nel percorso di elaborazione politica
che mira alla creazione di un indipendentismo di governo, un indipendentismo
capace di esprimersi attraverso forme di organizzazione democratiche e
inclusive, capace di garantire il pieno riconoscimento e la massima espressione
di ciascuna delle componenti del movimento nazionale sardo. Non è ancora troppo
tardi per lavorare alla realizzazione di un blocco nazionale sulla base della
condivisione di un programma comune e di valori condivisi. Non si tratta di
chiedere un passo indietro a qualcuno ma di fare tutti un passo avanti verso la
creazione di una valida, coerente e credibile alternativa indipendentista ai
partiti italiani. Si tratta di fatto di favorire l’avanzata
dell’indipendentismo nella società sarda e di rispondere alle aspettative e
alla forte richiesta di unità che arriva dalle basi di tutte le organizzazioni
indipendentiste. Queste sono le condizioni politiche che auspichiamo vengano a
crearsi a partire dall’assemblea di Ghilarza in poi, con uno sguardo rivolto ad
un possibile incontro tra “Sardegna Possibile” – progetto che vede Michela
Murgia candidata alla carica di governatore su proposta di Progres – e il
fronte unitario nato dall’Assemblea Generale Indipendentista, le cui porte sono
chiaramente aperte alla partecipazione di quelle organizzazioni che a Ghilarza
hanno scelto di non esserci e che non hanno ora alcun motivo di dubitare della
validità di un percorso realmente unitario e democratico.
La necessità di una assemblea permanente si prospetta
quanto più necessaria e utile in una fase successiva a quella elettorale, nella
quale sarà indispensabile garantire, oltreché la presenza di un lavoro che
nasce dal basso per opera delle indicazioni dei comitati territoriali quale
espressione di democrazia e di partecipazione inedita per l’indipendentismo,
anche il pieno riconoscimento delle anime che hanno sposato con entusiasmo
l’iniziativa di aMpI. L’assemblea permanente potrà contribuire al compimento di
quel percorso di convergenza nazionale da tempo auspicato e che dovrebbe porre
le organizzazioni indipendentiste nella condizione di operare in base alla
condivisione di tematiche comuni per dare risposte unitarie alle criticità
sociali che riguardano la nostra terra e la sua gente.
Tàtari 14/09/2013
Giovanni Fara
pro s’Assòtziu Zirichiltaggia