Tesi programmatica
(Deliberazioni 2° assemblea nazionale)
(Deliberazioni 2° assemblea nazionale)
L’attuale
situazione politica
Il movimento indipendentista sta crescendo, le battaglie portate avanti
in quest’ultimo decennio hanno fatto emergere nella società sarda una rinnovata
voglia di riscatto e di opposizione a un’idea di Sardegna oggetto di
sfruttamento energetico e militare, immensa servitù o bacino elettorale ad uso
e consumo dei partiti italiani asserviti agli interessi d’oltremare. Tuttavia
il movimento indipendentista non è riuscito ad interpretare la voglia di
riscatto e di cambiamento popolare, presentandosi alle ultime elezioni agli
occhi dei sardi in formazioni fra loro disunite e contrapposte ed evidentemente
non capaci di rappresentare un’alternativa credibile al sistema politico
centralista. Risulta essere questo il principale limite che l’indipendentismo
deve superare. La scarsa volontà di dialogo, i personalismi esasperati e una
competizione sterile per l’egemonia hanno infatti fin’ora reso di difficile
attuazione qualsiasi percorso unitario ed allontanano entusiasmi e risorse
preziose dalle stesse organizzazioni indipendentiste.
Tuttavia il quadro politico che viene fuori dalle scorse elezioni regionali
offre uno scenario nel quale sono presenti due formazioni alternative ai
partiti unionisti, Sardegna Possibile (con forte trazione indipendentista) e
Fronte Indipendentista Unidu che hanno raccolto rispettivamente quasi 76.000 e
8000 voti, a riconferma della presenza in Sardegna di una solida base sulla
quale costruire un futuro progetto di governo in grado di scalzare i soggetti
centralisti. Tenuto inoltre presente dei tantissimi indipendentisti che non
sentendosi rappresentati e considerando andata in fumo l’occasione storica di
presentare una lista unitaria, non sono andati a votare e quelli che, la loro
preferenza, l’hanno data alla lista Zona Franca o ad uno dei movimenti o
partiti che, pur avendo genesi in Sardegna e richiamandosi in qualche modo
all’indipendentismo, hanno corso all’interno degli schieramenti italiani o,
ancora, alla lista del camaleontico Mauro Pili.
Un nuovo
impulso politico per una strategia unitaria
Superare il limiti dovuti alla frammentazione del movimento
indipendentista resta la sola cosa da fare in vista del duro lavoro che ci
attende sui territori e della necessità di influire significativamente sul
dibattito politico sardo attraverso le nostre tematiche e le nostre lotte. Si avverte
chiaramente la necessità in ambito indipendentista di dare vita ad un confronto
post-elettorale pubblico e inclusivo, quale nuova fase costituente di un
percorso unitario. Per questo crediamo sia necessario avviare oggi e non a
pochi mesi dalle prossime consultazioni regionali, un percorso di dialogo che
non può che attuarsi se non con la convocazione degli stati generali
dell’indipendentismo, ossia di una assemblea generale capace di dare nuovo
impulso alla lotta per l’indipendenza rendendo tutti, indipendentisti
organizzati o no, protagonisti del processo di riunificazione strategica del
movimento nazionale sardo.
Non ci sono più alibi o scuse per sottovalutare l’importanza di un
percorso di questo tipo specialmente in virtù di un esito elettorale che ha
inesorabilmente fatto emergere i limiti di un frazionismo sterile e
controproducente.
Sardigna
Indipendèntzia 2.0
Le basi
per un Movimento di Unione Nazionale
Oggi più che mai è necessario riflettere sul percorso compiuto dall’indipendentismo nell’ultimo decennio; un indipendentismo che si è contraddistinto per aver spinto la società sarda a reagire davanti allo sfruttamento indiscriminato del nostro territorio, trasformato in discarica, depredato delle sue risorse e reso povero da politiche economiche di sottosviluppo e di omologazione culturale sempre più pressanti e presenti nel nostro tessuto sociale. Una riflessione che ci porta inevitabilmente a considerare che pochi sono stati i traguardi raggiunti sul piano elettorale nonostante le tematiche indipendentiste abbiano fatto breccia tra molti sardi e soprattutto tra le nuove generazioni, che non considerano più l’indipendentismo un sogno romantico o velleitario ma un progetto politico per cui battersi e attraverso cui creare le condizioni di una vita migliore. Un progetto politico che sia espressione delle aspettative della nostra gente e che sappia disegnare i contorni di un futuro ordinamento istituzionale sulla base del quale si vuole costruire l’indipendenza della Nazione Sarda.
Oggi più che mai è necessario riflettere sul percorso compiuto dall’indipendentismo nell’ultimo decennio; un indipendentismo che si è contraddistinto per aver spinto la società sarda a reagire davanti allo sfruttamento indiscriminato del nostro territorio, trasformato in discarica, depredato delle sue risorse e reso povero da politiche economiche di sottosviluppo e di omologazione culturale sempre più pressanti e presenti nel nostro tessuto sociale. Una riflessione che ci porta inevitabilmente a considerare che pochi sono stati i traguardi raggiunti sul piano elettorale nonostante le tematiche indipendentiste abbiano fatto breccia tra molti sardi e soprattutto tra le nuove generazioni, che non considerano più l’indipendentismo un sogno romantico o velleitario ma un progetto politico per cui battersi e attraverso cui creare le condizioni di una vita migliore. Un progetto politico che sia espressione delle aspettative della nostra gente e che sappia disegnare i contorni di un futuro ordinamento istituzionale sulla base del quale si vuole costruire l’indipendenza della Nazione Sarda.
È su queste consapevolezze che dobbiamo avere il coraggio di promuovere
nell’ambito di un ampio dibattito pubblico le basi per una nuova fase
costituente dell’indipendentismo, che sia capace di dar vita ad un movimento di
“unione nazionale”, plurale, democratico
e costituito su base federale, in modo tale da consentire alle attuali
organizzazioni di mantenere la propria autonomia elaborativa e organizzativa
sui territori ma in sintonia con una politica nazionale omogenea e in grado di
influire sull’esito di ogni futura consultazione elettorale. Un movimento che
sappia raccogliere l’enorme patrimonio politico accumulato in anni di lotta da
un mondo indipendentista oggi frammentato in mille rivoli ed evidentemente
incapace di incidere compiutamente sulla vita politica dell’Isola. Un movimento
che sia capace di assumere una veste propositiva per dare risposte concrete e
credibili alle problematiche sociali ed economiche della nostra terra,
attraverso il suo radicamento nel tessuto sociale sardo, l’elaborazione
politica e la lotta popolare, democratica e non violenta; contribuendo quindi
alla costruzione di una vera all’alternativa politica indipendentista ai
blocchi unionisti.
Riteniamo che questa sia l’unica
prospettiva sulla quale valga la pena lavorare ed è ciò per cui intendiamo
adoperarci in futuro.
Non stiamo
chiedendo in questa fase di sciogliere le organizzazioni esistenti e di
formarne una nuova. Stiamo chiedendo di avviare un dibattito pubblico
ampio e inclusivo nel quale dar vita ad un vero e proprio spazio di confronto,
di elaborazione e di lotta comune e condiviso.
Sardigna
Indipendèntzia 2.0 è lo slogan con
il quale abbiamo voluto presentare questa proposta, dando un segnale di avvio
di una nuova fase di organizzazione e sviluppo del movimento indipendentista
sardo, una fase che sappia coinvolgere compiutamente individui, gruppi,
associazioni, circoli, comitati ecc. sulla base della condivisione dei valori e
dei principi che da sempre contraddistinguono le nostre lotte.
Una
proposta:
Una lista
elettorale per il comune di Sassari
Tra i terreni di confronto che possono contribuire ad un radicamento
dell’indipendentismo sul territorio e che meglio si prestano ad una azione
unitaria, vi è quello dei rinnovi delle amministrazioni comunali. L’elezione
della nuova giunta elettorale di Sassari, la seconda città della Sardegna, è fissata per il 25 maggio, in concomitanza
con il rinnovo del parlamento europeo.
Riteniamo sia doveroso da parte degli indipendentisti prendere parte a
questa consultazione elettorale e ci rendiamo disponibili a sostenere e a
partecipare all’elaborazione di una proposta che ponga come imprescindibile ai
processi di democratizzazione e di ricomposizione strategica
dell’indipendentismo quello di una scelta del candidato sindaco attraverso
elezioni primarie, unico mezzo in grado di rendere la base partecipe alla
costruzione di una alternativa credibile ai partiti italiani.
Nonostante i tempi ristretti nei quali ci troviamo ad avanzare tale
ipotesi di lavoro, siamo persuasi dal ritenere possibile la sua attuazione in
virtù del fatto che ad oggi non è stata ancora definita alcuna proposta
elettorale da parte di nessuna organizzazione indipendentista e ritenendo più
che sufficienti i due mesi che ci separano dal voto per procedere in una scelta
condivisa e collegiale del candidato sindaco.
Conclusioni:
Un
possibile percorso
Il presente documento vuole dare l’impulso per l’apertura di un
confronto inedito fra indipendentisti e tracciare in senso compiuto una strada
di lavoro per tutti coloro che hanno aderito all’Associazione Zirichiltaggia o
che vorrebbero farlo in prospettiva di quanto realizzato nel corso degli anni e
di ciò che intendiamo realizzare e proporre in futuro.
In tal senso ci adopereremo per l’attuazione di tre punti:
1) La nascita di uno spazio di dibattito indipendentista;
In tal senso ci adopereremo per l’attuazione di tre punti:
1) La nascita di uno spazio di dibattito indipendentista;
2) L’avvio di una fase di confronto con le organizzazioni indipendentiste
sensibili alle nostre tematiche.
3) La conseguente ridefinizione del ruolo politico-culturale dell’Associazione Zirichiltaggia.
3) La conseguente ridefinizione del ruolo politico-culturale dell’Associazione Zirichiltaggia.
Deliberazione
2° Asssemblea Nazionale
Assòtziu
politicu-culturale Zirichiltaggia
Tàtari, 23/03/2014