Per un’Università Sarda al di fuori della potestà legislativa dello
Stato Coloniale.
Di Andrìa
Pili
Gli indipendentisti si sono presentati, per la prima volta, alle consultazioni elettorali per eleggere il rappresentante studentesco nel consiglio d'amministrazione dell'Ersu. Scida è l'organizzazione giovanile che - in questi ultimi due mesi - ha formato un comitato studentesco volto a lavorare entro l'ateneo cagliaritano, portando avanti l'obiettivo della creazione di un'Università Sarda, al di fuori della potestà legislativa dello Stato centrale.
Dopo decenni
ove lo scontro studentesco si è articolato in base alla dicotomia Sinistra unionista/Comunione
e Liberazione, Scida ha il merito di aver portato, nella politica
universitaria, l'unica vera dialettica presente nella nostra terra: Stato
italiano contro Nazione Sarda. Laddove, la prima entità - intesa non solo come
apparato politico-giuridico e coercitivo ma anche come organizzazione sociale,
entro cui convergono diversi gruppi di interessi - è rappresentata dai
raggruppamenti studenteschi espressione di tendenze e partiti di chiaro stampo
italianista (Unica 2.0 e CL sono, da questo punto di vista, lo stesso
avversario, due manifestazioni dello stesso fenomeno), mentre la Nazione sarda
è rappresentata dal nostro comitato studentesco - che io ricordi, il primo
dichiaratamente e inequivocabilmente indipendentista - e da quegli studenti che,
senza aderire ad organizzazione alcuna e con una coscienza politica immatura,
manifestano un chiaro sentimento di disagio nei confronti di istituzioni e
rappresentanze gestite - dalle forze unioniste - come strumento di potere
colonialistico.
Tale sentimento
si è espresso - oggi come nelle precedenti consultazioni - attraverso
l'astensione. Le dimensioni di questa (circa il 90%) sono tanto enormi da
indurci a spostare il giudizio dalla presunta ignavia degli studenti, al modo
in cui gli enti - che dovrebbero essere espressione di tutti gli studenti -
sono stati gestiti. La sinistra
unionista ha vinto anche stavolta - continuando la tendenza degli ultimi tre
anni - ma ha perso consensi: l'eletto Francesco Pitirra ha preso 250 voti in
meno della rappresentante uscente Alice Marras; ciò significa che gli studenti
"cagliaritani" non si strappano i capelli per il lavoro di Unica 2.0.
La vittoria di quest'ultima si deve sia alla palese incompetenza manifestata
dal candidato cattolico Tore Caria, quanto ad una fascia di consenso creatasi o
con l'operato di associazioni - alcune
delle quali gestite in maniera assai poco etica -, l'organizzazione di eventi
aggregativi - anche durante la propaganda elettorale, in maniera decisamente
scorretta - o con la falsa apparenza di difensori dal processo dequalificante
delle Università, incarnato - nell'immaginario collettivo - dalle politiche di
Destra, che hanno danneggiato indubbiamente - negli ultimi dieci anni - la
forza dell'associazionismo clericale.
Scida ha
ricevuto il 5.3% dei voti (152 in assoluto, su circa 3000 votanti); in alcuni
seggi - come quello di Economia - Scienze Politiche e Oristano, la lista ha
raggiunto circa il 10% dei consensi. Questo risultato non può che renderci
soddisfatti; innanzitutto, perchè lavoriamo entro gli atenei da soli due mesi;
perchè è il frutto di due settimane di campagne elettorale, compiuta con mezzi
assolutamente poveri se comparati a quelli dei nostri avversari; perchè
l'indipendentismo politico - nei suoi singoli movimenti - non viaggia su
percentuali maggiori alla nostra che rappresenta, dunque, un ottimo esempio di
convergenza nazionale. Ora il lavoro di Scida proseguirà. Non ci interessa la
Testimonianza e tanto meno la "simpatia" unionista, rivolta sempre
verso i perdenti don Quixote. Il percorso verso l'Università Sarda sarà
compiuto attraverso la costruzione - per gli studenti, insieme ad essi - di una
seria alternativa all'unionismo, con onestà e trasparenza unite alla conoscenza
dei problemi reali degli studenti comuni quanto all'edificazione di un progetto
di Università sardocentrica, di una posizione definita riguardo le politiche
universitarie. E' necessario smascherare la sinistra unionista - la quale è
funzionale ad irreggimentare, verso lo Stato, le giuste preoccupazioni degli
studenti - quanto condannare, senza remore, la tendenza all'estrazione di
valore finanziario dagli atenei, che gli schieramenti unionisti portano avanti
in modo unanime - in ottemperanza al Processo di Bologna e alle idee
neoliberali imperanti - danneggiando
ulteriormente gli atenei sardi. In sintesi: non può esserci diritto allo
studio entro un'educazione colonizzata. Questo è il nostro messaggio, con il
quale creeremo coscienza nazionale incitando gli studenti sardi a costruire la
propria Università, guardando a loro non come "numeri" da inserire
nel gioco elettorale ma come protagonisti di un'autentica rivoluzione.
Foto: Comitato Scida2013