domenica 2 giugno 2013

Per un’Università Sarda al di fuori della potestà legislativa dello Stato Coloniale.

Per un’Università Sarda al di fuori della potestà legislativa dello Stato Coloniale.
Di Andrìa Pili

Gli indipendentisti si sono presentati, per la prima volta, alle consultazioni elettorali per eleggere il rappresentante studentesco nel consiglio d'amministrazione dell'Ersu. Scida è l'organizzazione giovanile che - in questi ultimi due mesi - ha formato un comitato studentesco volto a lavorare entro l'ateneo cagliaritano, portando avanti l'obiettivo della creazione di un'Università Sarda, al di fuori della potestà legislativa dello Stato centrale.

Dopo decenni ove lo scontro studentesco si è articolato in base alla dicotomia Sinistra unionista/Comunione e Liberazione, Scida ha il merito di aver portato, nella politica universitaria, l'unica vera dialettica presente nella nostra terra: Stato italiano contro Nazione Sarda. Laddove, la prima entità - intesa non solo come apparato politico-giuridico e coercitivo ma anche come organizzazione sociale, entro cui convergono diversi gruppi di interessi - è rappresentata dai raggruppamenti studenteschi espressione di tendenze e partiti di chiaro stampo italianista (Unica 2.0 e CL sono, da questo punto di vista, lo stesso avversario, due manifestazioni dello stesso fenomeno), mentre la Nazione sarda è rappresentata dal nostro comitato studentesco - che io ricordi, il primo dichiaratamente e inequivocabilmente indipendentista - e da quegli studenti che, senza aderire ad organizzazione alcuna e con una coscienza politica immatura, manifestano un chiaro sentimento di disagio nei confronti di istituzioni e rappresentanze gestite - dalle forze unioniste - come strumento di potere colonialistico.

Tale sentimento si è espresso - oggi come nelle precedenti consultazioni - attraverso l'astensione. Le dimensioni di questa (circa il 90%) sono tanto enormi da indurci a spostare il giudizio dalla presunta ignavia degli studenti, al modo in cui gli enti - che dovrebbero essere espressione di tutti gli studenti - sono stati gestiti.  La sinistra unionista ha vinto anche stavolta - continuando la tendenza degli ultimi tre anni - ma ha perso consensi: l'eletto Francesco Pitirra ha preso 250 voti in meno della rappresentante uscente Alice Marras; ciò significa che gli studenti "cagliaritani" non si strappano i capelli per il lavoro di Unica 2.0. La vittoria di quest'ultima si deve sia alla palese incompetenza manifestata dal candidato cattolico Tore Caria, quanto ad una fascia di consenso creatasi o con l'operato di associazioni -  alcune delle quali gestite in maniera assai poco etica -, l'organizzazione di eventi aggregativi - anche durante la propaganda elettorale, in maniera decisamente scorretta - o con la falsa apparenza di difensori dal processo dequalificante delle Università, incarnato - nell'immaginario collettivo - dalle politiche di Destra, che hanno danneggiato indubbiamente - negli ultimi dieci anni - la forza dell'associazionismo clericale.

Scida ha ricevuto il 5.3% dei voti (152 in assoluto, su circa 3000 votanti); in alcuni seggi - come quello di Economia - Scienze Politiche e Oristano, la lista ha raggiunto circa il 10% dei consensi. Questo risultato non può che renderci soddisfatti; innanzitutto, perchè lavoriamo entro gli atenei da soli due mesi; perchè è il frutto di due settimane di campagne elettorale, compiuta con mezzi assolutamente poveri se comparati a quelli dei nostri avversari; perchè l'indipendentismo politico - nei suoi singoli movimenti - non viaggia su percentuali maggiori alla nostra che rappresenta, dunque, un ottimo esempio di convergenza nazionale. Ora il lavoro di Scida proseguirà. Non ci interessa la Testimonianza e tanto meno la "simpatia" unionista, rivolta sempre verso i perdenti don Quixote. Il percorso verso l'Università Sarda sarà compiuto attraverso la costruzione - per gli studenti, insieme ad essi - di una seria alternativa all'unionismo, con onestà e trasparenza unite alla conoscenza dei problemi reali degli studenti comuni quanto all'edificazione di un progetto di Università sardocentrica, di una posizione definita riguardo le politiche universitarie. E' necessario smascherare la sinistra unionista - la quale è funzionale ad irreggimentare, verso lo Stato, le giuste preoccupazioni degli studenti - quanto condannare, senza remore, la tendenza all'estrazione di valore finanziario dagli atenei, che gli schieramenti unionisti portano avanti in modo unanime - in ottemperanza al Processo di Bologna e alle idee neoliberali imperanti - danneggiando  ulteriormente gli atenei sardi. In sintesi: non può esserci diritto allo studio entro un'educazione colonizzata. Questo è il nostro messaggio, con il quale creeremo coscienza nazionale incitando gli studenti sardi a costruire la propria Università, guardando a loro non come "numeri" da inserire nel gioco elettorale ma come protagonisti di un'autentica rivoluzione.
Foto: Comitato Scida2013