lunedì 22 luglio 2013

Intervista a Pesa Universidade de Sardigna

Si conclude con l’intervista all’Associazione Studentesca - Sòtziu Studiantis PESA* il ciclo di interviste realizzate ai gruppi indipendentisti presenti all’interno delle Università Sarde.
Alle nostre domande ha risposto Gianfranco Deriu Nughes, studente universitario di Cagliari e presidente di Pesa Universidade de Sardigna.

La vostra associazione universitaria nasce nel settembre del 2009 all’interno dell’ateneo cagliaritano con vari obiettivi, tra cui quello di creare uno spazio, un luogo di incontro aperto e a disposizione degli studenti e di diffondere l’indipendentismo nell’ambito universitario. Quest’anno siete stati protagonisti delle elezioni dell’Ersu attraverso un vostro rappresentante, Alessandro Loi, candidato con il comitato universitario Scida2013 che ha ottenuto un risultato significativo. Cosa è cambiato nel corso di questi anni all’interno dell’Università Sarda e in particolare come giudicate la vostra esperienza rispetto agli obiettivi che vi eravate prefissati?
La nostra esperienza è stata sicuramente positiva. Gli obbiettivi che ci siamo prefissati sono molto ambiziosi ma non nego che qualche passo verso la loro realizzazione lo abbiamo compiuto. Ad esempio la partecipazione di Alessandro alle elezioni per il rappresentate all'ERSU.

Al centro delle vostre attività c’è sempre stato il confronto con altre culture e identità nazionali. Che importanza ha per voi nel 2013 l’affermazione e la valorizzazione della cultura sarda in ambito Europeo e Mediterraneo?
La cultura sarda è da sempre stata influenzata, e da sempre influenza, tutte le altre culture del Mediterraneo. Siamo sicuramente più vicini ai popoli del Nord Africa piuttosto che a quelli dei paesi scandinavi e questo non può non farci riflettere sul fatto che sia necessaria una apertura verso il resto del Mediterraneo. Nei nostri stessi modi di esprimerci ci sono chiare impronte derivate da paesi extra-europei. L'Europa comunque è il contesto culturale più simile nel quale si inserisce la Sardegna, il confronto con le altre realtà non può che portare beneficio. La valorizzazione della nostra cultura, la coltivazione della diversità non potranno che essere alcune delle carte vincenti in un mondo che tende sempre più a omologarsi.

Quanto è importante secondo voi diffondere le idee e i valori dell’indipendentismo all’interno dell’Università?
È fondamentale! Da sempre l'università è la fucina di nuove idee e catalizzatrice dell'innovazione. Purtroppo l'attuale decadenza dell'università rende difficile esplorare nuovi sentieri che non siano strettamente legati all'utilità concreta di formazione di nuovi lavoratori. Gli studenti, anche se interessati ad attività collaterali, sono sottoposti a carichi di studio ingenti che li costringono a non occuparsi di altro. Rimane però importante impegnarsi per portare anche nelle università le elaborazioni che attualmente prendono vita in altri contesti. Pensiamo che sarebbe utile trovare un modo nuovo, coinvolgente, per avvicinare gli studenti alle nostre tematiche.

Quali ritenete siano state le più importanti iniziative che hanno contraddistinto l’attività di Pesa* in questi anni?
Sicuramente la coppia di attività: "Quale statuto per la Sardegna?" e "Il triennio rivoluzionario sardo". La sala Cosseddu dell'ERSU era colma di persone interessate ad argomenti anche impegnativi e che raramente sono stati trattati. Anche "Una boghe a tenore" che aveva l'intenzione (riuscita in quel contesto) di sciogliere luoghi comuni ha visto una buona partecipazione.
Un altra attività interessante è stato il documentario, scaricabile dal sito dell'associazione, "Contendi s'Istoria" che ha voluto mettere in dubbio la ricorrenza di festeggiare il 25 aprile in Sardegna.

In un processo politico più ampio quale dovrebbe essere il ruolo degli studenti sardi in un percorso di indipendenza nazionale?
Gli studenti formeranno la classe politica del futuro. È impensabile sperare in un futuro migliore senza conoscere realmente se stessi. La conoscenza di se stessi non può che arrivare dalla scuola prima e affinata poi nell'università.

Nello svolgimento della vostra attività nell’Università, siete stati sostenuti dalle organizzazioni politiche indipendentiste o avete avuto modo di collaborare in qualche specifica occasione?
Si, le varie organizzazioni hanno sempre accettato volentieri i nostri inviti ai dibattiti. Non abbiamo mai ricevuto sostegni economici come è giusto che sia per una associazione apartitica come è stata Pesa*.

Negli ultimi anni sono nati tre comitati studenteschi di ispirazione indipendentista all’interno delle Università Sarde: Pesa e Scida a Cagliari e Su Majolu a Sassari, le quali oltre ad aver sviluppato in più occasioni delle collaborazioni hanno anche sostenuto la candidatura alle elezioni per il rinnovo dell’Ersu di Cagliari di Scida2013. Non credete che sarebbe meglio dar vita ad un unico movimento indipendentista sardo per aumentare la presenza degli indipendentisti all’interno delle Università e rafforzare le tematiche di cui vi rendete protagonisti?
La richiesta di unione fra tutte le organizzazioni è ricorrente nell'indipendentismo. Per il caso specifico dell'associazionismo universitario ognuna delle tre associazioni, pur avendo gli stessi obbiettivi di fondo, svolge le proprie attività basandosi su tematiche e modi di agire suoi propri. L'attività di Pesa* è stata principalmente culturale mentre quella di Scida tende a essere più politica. Non è un male che ci si differenzi, anzi è necessario per affrontare la complessità. Non mancano ovviamente le collaborazioni come è stato per le ultime elezioni studentesche.

Credete che per le prossime Regionali le varie organizzazioni indipendentiste dovrebbero trovare una strada unitaria? Cosa vi sentireste di consigliare affinché si arrivi a sostenere una linea comune in grado far acquistare al progetto indipendentista quella credibilità necessaria ad avanzare nella società sarda anche in termini elettorali e non solo di simpatia generalizzata come possiamo riscontrare ora?
A livello politico il discorso è simile anche se molto più complesso. Ogni organizzazione ha peculiarità che la distinguono e che soddisfano una certa parte di elettorato. L'unità a tutti i costi la trovo dannosa. Si possono trovare sicuramente dei punti di incontro e su questi si può basare una collaborazione ma deve essere ben strutturata e non solo di facciata.

Quale bilancio vi sentite di fare rispetto al vostro percorso?
Assolutamente positivo. Ognuno di noi, chi più chi meno, ha guadagnato esperienza nell'associazionismo e nei rapporti con enti pubblici come l'ERSU e l'Università di Cagliari, ha stretto relazioni con i professori diverse da quelle di semplice rapporto docente-studente, ha potuto ampliare il proprio bagaglio culturale sopratutto in ottica sarda. Abbiamo raccolto tante soddisfazioni e non è mancata qualche delusione. Speriamo che il futuro riservi belle sorprese per l'indipendentismo all'università e che chi seguirà nella vita di Pesa* possa ritenersi altrettanto soddisfatto.

Website: http://www.pesaunisrd.net
Per contattare Pesa*: pesa.casteddu@gmail.com

Intervista a cure dell’Associazione Zirichiltaggia