Non è stato sufficiente aver sacrificato la zona di Sarroch e ora a distanza di anni la famiglia Moratti torna sulla scena puntando decisamente la sua attenzione sulla zona dell’Oristanese. A nulla è servita la consapevolezza che l’area su cui sorge la SARAS sarebbe potuta diventare una località di grande interesse turistico-ambientale sull’isola. E mentre assistiamo all’ennesimo tentativo di saccheggio c’è chi aspetta con entusiasmo l’eruzione dell’oro nero. Al momento, la famiglia Moratti ha presentato la richiesta di autorizzazione alla Regione, e in attesa di una risposta si pensa già alle prime trivellazioni. Tutto sembra già deciso, ma un dettaglio importante sfugge. Non c’è nessuna certezza dell’esistenza di venature petrolifere sul sottosuolo dell’oristanese e anche se si decidesse di procedere con le trivellazioni senza mai trovare nulla che sia oro nero, assisteremo all’ennesima devastazione del territorio.
La Sardegna non è un laboratorio di sperimentazioni o terra di conquista. La Sardegna è un’isola popolata da oltre un milione e mezzo di persone, una Nazione che non intende scomparire dalla faccia della terra. Non possiamo più permettere che un altro spazio, per giunta importantissimo per la nostra economia, venga sfruttato solo per interessi speculativi che poco o nulla hanno a che fare con le necessità e la naturale vocazione economica del territorio. La zona di Arborea è infatti la “culla” di un gran numero di attività agricole, che in perfetta sintonia con l’ambiente rappresentano una buona fetta dell’economia isolana. L'introduzione di tipologie produttive estranee al contesto economico-ambientale, non solo comprometterebbe queste importanti realtà produttive, ma arrecherebbe pesanti e irreversibili danni all’ambiente.
Nel 1962 era già stato fatto un tentativo senza successo e ora la lobbie del petrolio ci riprova, incurante delle reali necessità del territorio e presumibilmente senza incontrare l’opposizione di una classe politica autonomista miope e per nulla capace di prospettare un futuro migliore per le nuove generazioni.
La storia di Sarroch pesa ancora oggi sulla testa di quei tanti operai che hanno sacrificato e che ancora sacrificano la loro vita per la propria famiglia, accettando quella che vorrebbero farci credere essere l’unica alternativa di lavoro possibile. La vita e la dignità umana non possono essere barattate per un posto di lavoro. Il Popolo Sardo deve essere consapevole che l’era del petrolio è ormai sulla via del tramonto e che il futuro è uno solo: le energie rinnovabili, le sole a non rappresentare un rischio per la salute della popolazione, e che certo in Sardegna non mancano.
Proprio quest’anno siamo riusciti a scongiurare l’installazione di una o più centrali nucleari, una di queste proprio nell’oristanese, e oggi non possiamo permettere che la Sardegna torni a essere preda di progetti obsoleti ed antieconomici.
Nùgoro 11/10/11
Edoardo Cossu