La società della famiglia Moratti inverte la rotta. Non più petrolio, ma gas naturale, questa è l’iniziativa proposta alla Regione Sardegna.
A quanto pare, da ciò che emerge dal progetto, il pozzo esplorativo sorgerà a pochi chilometri dal centro abitato di Arborea e per giunta limitrofo allo stagno di S’Ena Arrubia, importante area protetta e fondamentale punto di ritrovo per molte specie ornitiche, alcune delle quali nidificano sulle sue sponde. Non solo, la sua ricca vegetazione e l'abbondanza ittica attira tante altre specie di uccelli acquatici oltre ad ospitare numerose attività di pesca che contribuiscono all’economia locale.
Il fatto inquietante è la certezza con cui la SARAS cerca di convincerci che le possibili attività di estrazione non comporteranno conseguenze sulla salute e l’ambiente. Questa è una favoletta che solitamente le compagnie petrolifere amano propagandare. In realtà i rischi esistono anche per le estrazioni di gas. Gas e petrolio hanno infatti la stessa composizione chimica, sono entrambi fatti di molecole di carbonio e di idrogeno. Ne consegue che vi è pressappoco la stessa percentuale di rischio di inquinamento da idrocarburi dell’aria e delle falde acquifere.
Non si tiene inoltre in considerazione quella piccola percentuale di errore umano non del tutto trascurabile, visto i danni che un incidente potrebbe arrecare all’ecosistema locale. In questa eventualità le attività ittiche sarebbero compromesse e alcune specie sensibili alla più piccola variazione dei fattori ambientali come rospi e rane sarebbero molto più vulnerabili anche perché vedrebbero il proprio habitat ridursi drasticamente. È stato visto poi che molte specie ornitiche nidificanti come l’airone rosso che già di per sé vive sull’isola uno stato critico, si nutre anche di anfibi. Non solo, entrando in contatto con sostanze per nulla tollerabili, ci sarebbe il rischio di contrarre nel tempo patologie anomale e che andrebbero per giunta ad alterare la catena alimentare coinvolgendo anche l’uomo.
Il rischio è troppo alto e la questione di Sarroch, molto sentita dai pescatori della zona di Pula, il cui pescato è contaminato da idrocarburi, dimostra ancora una volta come sia preferibile scegliere altri modelli di sviluppo maggiormente compatibili con l’ambiente.
Le perplessità aumentano quando la società della famiglia Moratti spiega che: qualora non ci fosse nessuna traccia di gas naturale o l’estrazione non sia del tutto conveniente, il pozzo verrà abbandonato e saranno eseguite le dovute bonifiche per risanare la zona. Malgrado ciò, vicende passate ci portano a diffidare da certe promesse anche perché il territorio sardo è colmo di aree in cui si sarebbero dovute svolgere interventi di ripristino.
Invitiamo dunque la popolazione locale a tenere viva l’attenzione su ciò che potrebbe succedere attorno allo stagno di S’Ena Arrubia.
Nùgoro 16/10/11
Edoardo Cossu
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Foto di Alessio Niccolai