domenica 9 ottobre 2011

Intervista alla Brigata Klandestina

Brigata Klandestina

"STESSO SANGUE"


La primavera del 2011 ha segnato l’uscita dell’ultimo lavoro della Brigata Klandestina, la crew sassarese che, nel corso di oltre un decennio di attività musicale ha dato vita ad un “rap combat” dallo stile inconfondibile, del tutto anticommerciale che offre uno spaccato della realtà così come la si vive. Ne parliamo con uno di loro: Konflitto.

Quando è nato e come si è formato il vostro gruppo?

Brigata Klandestina è nata una decina di anni fa: dall'unione di alcune crews legate al mondo hip hop composte da writers e rappers (le principali sono l'IRA, la TDF e la MCP). In questi anni nella BK sono rimasti i componenti della crew IRA: ma ormai il nome Brigata Klandestina lo sentiamo dentro di noi e continuiamo a 'spingerlo'.

Chi sono gli attuali componenti Brigata Klandestina?

Konflitto, Sam61 e Inc.B

Che altro lavoro musicale avete prodotto prima di “Stesso Sangue”?

"Stesso Sangue", il nostro ultimo lavoro, è stato preceduto da molti altri cd. ma questo suona decisamente meglio: grazie ai mezzi, pian piano accumulati, e all'esperienza maturata.

Parlami del vostro stile musicale, che genere fate?

Noi facciamo RAP, ma ormai cosa è il RAP? Così se ci volessimo spiegare meglio, la Brigata fa “rap combat” o "conscious rap". Il nostro rap è strettamente legato al motto: "Keep it real" ("mantienilo reale"). Il rap di denuncia e cosciente è il genere che più ci da modo di esprimere noi stessi senza grandi spese.

Avete collaborazioni con altri musicisti?

Le collaborazioni nel Mondo Hip Hop sono la norma: in questo periodo l'MPC ha organizzato, ad esempio, due mixtape "Esse Esse War" Vol. I e II: in cui canta tutta la scena di Sassari, con collaborazioni tra le varie crews. È parso di ritornare ai vecchi tempi: in cui i rappers si univano per produrre cd collettivi tramite i quali farsi conoscere.

Quali esperienze musicali avete avuto dal vivo?

Nell'arco di questo decennio abbiamo suonato ovunque: dalle piazze delle città ai circoli dei paesini più sconosciuti. Mi pare di ricordare che la nostra prima uscita fu durante un concerto della CGIL ad Alghero: inizialmente ci chiesero di 'moderare' i nostri testi e, vedendo che noi si continuava a fare a modo nostro, ci tolsero l'audio. Credo che questo evento, oggi giorno, possiamo leggerlo con grande soddisfazione.

Nei vostri testi di cosa parlate, che genere messaggio volete trasmettere a chi vi ascolta? C’è un messaggio politico che volete comunicare?

I nostri testi raccontano ciò che viviamo: il degrado costante di questa Società capitalista a cui contrapponiamo la nostra creatività. Per noi il Rap è un mezzo di rivalsa, se chi lo fa, in primis, si tiene informato e cosciente. Ai tempi in cui iniziammo, ancora si registrava su cassetta, era una maniera per parlare alla gente e farla ragionare sul Presente. Oggi, per noi, è ancora un mezzo per comunicare delle idee e suggerire l'azione conseguente ad esse. A mio avviso ogni azione e parola di ogni uomo è politica in quanto influenza la Società in cui vive: anche quando si sostiene di non fare politica o di essere contro la politica.

Che pubblico vi segue?

E' un pubblico eterogeneo: da coloro che ascoltano solo rap a quelli che, come me, premiano una musica impegnata, di qualunque genere musicale essa sia. Dai ragazzini ai loro genitori dunque.

Qual è il brano più rappresentativo del vostro ultimo lavoro?

Di sicuro "Stesso Sangue" che da il titolo al cd. una canzone che comincia narrando di noi (ossia io e mio fratello), per poi estendersi a coloro che ci circondano. Dal particolare al generale: per spiegare che lo "Stesso Sangue" scorre nella maggioranza della Società. Una moltitudine di persone che vivono le stesse esperienze di vita, determinate da una minoranza.

Qual è il vostro legame con la Sardegna?

Il nostro legame è forte e indissolubile. E' rimasto tale anche quando sono partito per finire gli studi a Pisa collaborando con il circolo Sardigna Ruja (oggi Arbeschida Sarda) che proponeva frammenti di cultura, storia e musica sarda fuori dalla Sardegna per aggregare altri sardi e cominciare con essi un dibattito legato al Colonialismo.

In "Quest'è guerra" nel ritornello si canta: "Quando dico Sardegna, voi rispondete: quest'è guerra!". È una guerra fatta a colpi di disoccupazione e conseguente emigrazione, speculazione, inquinamento militare e industriale cui non seguono le bonifiche e repressione nei confronti di quelle persone che dissentono da tutto questo. È una guerra che trova in prima linea sempre più sardi, perché il colonialismo avanza e si scontra con le comunità, come quelle che da poco hanno difeso il loro territorio dall'occupazione militare e dai radar, come coloro che, tra le intimidazioni, continuano a lottare contro le basi NATO o per il lavoro.

Secondo te quali prospettive offre questa terra ai giovani? Pensi che l’indipendenza possa essere un’opzione valida, una strada percorribile?

Ci guardiamo attorno e gli esercizi commerciali in città chiudono per via dei Centri Commerciali, l'industrializzazione è stata una chimera e oggi lo si sta realizzando, le borse di studio sono sempre meno perché mancano i soldi... L'unica prospettiva rimasta è firmare un contratto di lavoro a tempo determinato, magari in un Centro Commerciale, e vivere in maniera precaria, senza badare troppo ai propri diritti. Oppure si può pur sempre partire in armi per una Terra sconosciuta a calpestare i diritti altrui, per percepire uno stipendio dallo Stato e arrivare anche alla pensione... se prima non si salta su una mina e si diventa un “eroe”.

L'Indipendenza è un'Utopia, in senso buono, ciò vuol dire che più persone credono in essa e più questa ha possibilità di realizzarsi. L'indipendenza deve essere un lavoro collettivo, dove ogni persona sia leader di se stesso, cioè abbia una coscienza tale da non delegare il proprio pensare a qualcuno di più carismatico, e possa mettere a frutto le proprie competenze e potenzialità. Dunque Indipendenza non per far divenire la Sardegna un piccolo Stato italiano influenzato dalle lobby sarde, bensì per porsi, dando esempio al Mondo, come Civiltà che segue un nuovo modello economico fondato sulle persone e non sulle merci e il soldo. Il come arrivare a ciò non è ancora scritto, sarà il frutto di un Popolo cosciente che vorrà sopravvivere al declino dell'Impero. L'altra strada percorribile è quella su cui siamo e che ci raccontano ogni giorno i telegiornali. Per me la scelta è scontata: il mio rap serve per far si che anche altri percepiscano questo.

Avete progetti per il futuro?

Nessuno, come tutti, si vive alla giornata... e si aspetta l'atterraggio.

Tàtari 10/10/2011

Pregontas de Daniela Piras

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Brigata Klandestina Crew

Brigata Klandestina, il cd “Stesso Sangue” scaricabile da qui.


Posted in  on 13:53 by Juanne Pili |   Edit