(Unione Sarda 28 Settembre 2011)
Due vie di convergenza tra i vari partiti, mentre Irs coltiva nuovi rapporti
Indipendentisti, prove d'intesa
Parlano di «convergenza», non di unificazione. Meglio essere subito chiari. Ma è un fatto da segnalare: le varie sigle indipendentiste coltivano nuovi rapporti per superare storiche ostilità. Domenica scorsa, a Oristano, l'ultimo vertice: «L'unità non c'è neppure in prospettiva», precisa Bustianu Cumpostu, leader di Sardigna natzione (che andrà a congresso il 16 ottobre a Santa Cristina), «ma il referendum contro il nucleare conferma che, quando ci ritroviamo su temi concreti, riusciamo anche a incidere».DUE INIZIATIVE C'erano anche Progres, A manca pro s'indipendentzia (che ha promosso la convergenza nazionale ) e Paris, evoluzione di Malu entu di Doddore Meloni. «L'intento - prosegue Cumpostu - è verificare i valori base dell'indipendentismo, su cui c'è condivisione, e quelli che devono essere approfonditi».Ma questa non è l'unica novità di queste settimane: sempre domenica si è tenuta a Ghilarza una riunione tra alcune decine di indipendentisti di varie provenienze, ma non in rappresentanza ufficiale delle varie sigle. Hanno elaborato un documento (primo firmatario Giovanni Fara) che propone una «Assemblea generale degli indipendentisti», per «mettere a confronto e in condivisione idee, progetti e strategie da adottare nel medio-breve termine».IRS Il partito più robusto di quest'area politica, Irs, sembra però meno interessato alle varie convergenze: «Il dialogo tra noi è sempre benvenuto - premette il leader Gavino Sale - ma il tema della nostra recente Festa manna era l'indipendentismo oltre gli indipendentisti». Esemplificato dagli interventi di alcuni esponenti di partiti come Pd, Idv, Sel e altri: «Il concetto che può fare da ponte con le forze che non sostengono apertamente l'indipendenza - ragiona Sale - è quello di sovranità. Una categoria dinamica, un termine ormai entrato nel lessico politico sardo: e questo è un obiettivo che abbiamo raggiunto».IL CASO SCOZIA Di certo è cruciale il nodo del peso elettorale dell'opzione indipendentista, come ammette anche Franciscu Sedda, uno dei fondatori di Irs e poi, nel 2011, di Progres: «C'è uno scollamento tra il consenso diffuso su certe tematiche e quello elettorale. Lo dimostra anche il mancato “ritorno” del referendum nucleare». Sedda è reduce dalla conferenza di Edimburgo tra i movimenti di indipendenza delle isole: «In Scozia - osserva - così come in altre aree, la principale differenza con la Sardegna è la coscienza della popolazione di essere nazione». (g.m.)